Papa Francesco in Iraq nonostante la pandemia per dare speranza

In una foto d'archivio Papa Francesco sfila a bordo della papamobile tra i fedeli durante la sua visita a Cesena,
In una foto d'archivio Papa Francesco sfila a bordo della papamobile tra i fedeli durante la sua visita a Cesena, 01 ottobre 2017. ANSA/ PASQUALE BOVE

CITTA DEL VATICANO. – Un viaggio difficile e senza precedenti: è la prima volta nella storia che un Papa metterà piede in Iraq e Francesco lo farà dal 5 all’8 marzo nel pieno della pandemia e con l’eco di razzi e attentati, anche in queste ultime settimane.

Sarà un viaggio senza folle e abbracci, a causa dell’emergenza sanitaria, in un Paese che solo oggi ha visto l’arrivo dei primi 50mila vaccini, donati dalla Cina. E sarà di fatto molto blindato dal punto di vista della sicurezza, con un Pontefice che, giunto al suo 33esimo viaggio internazionale (il 52esimo Paese visitato), probabilmente salirà su un’auto blindata come mai aveva accettato in precedenza.

Papa Francesco sarà in Iraq dal 5 all’8 marzo e visiterà non solo Baghdad ma anche Najaf, Ur dei Caldei, Nassiriya, Erbil, Mosul, Qaraqosh. “E’ il primo viaggio che il Papa compie dopo l’interruzione dovuta all’emergenza sanitaria del Covid e significativamente ha scelto l’Iraq, un Paese martoriato.

Il messaggio principale sarà quello che tutte le componenti del Paese, a tutti i livelli, devono dare il loro contributo per una ricostruzione, per una rinascita”, sottolinea il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. Il viaggio, con la pandemia in corso, “è un gesto di amore per quella terra, la sua gente, i cristiani”, ha detto il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni sottolineando che “come ogni gesto di amore può essere estremo”.

Bruni ha anche precisato che non ci saranno comunque folle agli appuntamenti del Papa. Si tratta di centinaia di persone che dovranno osservare le norme di distanziamento. L’evento più partecipato sarà ad Erbil, allo stadio, dove verrà celebrata la Messa; lo stadio ha una capienza di 30mila persone e i biglietti per i partecipanti sono 10mila.

Un’auto blindata è sempre “a disposizione nei viaggi del Papa. In questo viaggio è molto probabile venga utilizzata”, ha detto ancora Bruni nel briefing con i giornalisti. Il Papa si sposterà nelle città sempre con un’auto chiusa; un’auto aperta, la classica ‘papamobile’, dovrebbe essere utilizzata solo allo stadio di Erbil dove celebrerà la Messa.

Il Papa arriverà a Baghdad venerdì 5 marzo all 14 (ora locale, le 12 in Italia) dove sono previsti gli incontri con le autorità civili e religiose del Paese, e un incontro con i vescovi, i sacerdoti e religiosi nella Cattedrale di Nostra Signora della Salvezza, dove il 31 ottobre del 2010 furono uccise 58 persone durante una Messa in un attacco dei terroristi islamici.

Sabato 6 marzo volerà al Sud, nella zona di Nassirya. Qui a Najaf, la città santa degli sciiti, ci sarà lo storico incontro con il Grande Ayatollah Sayyd Alì Al-Sistani, un appuntamento nella scia della sua enciclica ‘Fratelli Tutti’. Poi l’incontro interreligioso ad Ur dei Caldei, la casa di Abramo, il padre delle tre religioni monoteiste. Si leggeranno passi della Bibbia ma anche del Corano e saranno presenti gli yazidi, minoranza perseguitata da secoli e particolarmente presa di mira dall’Isis, insieme ai cristiani.

Al ritorno a Baghdad il Papa celebrerà la Messa nella Cattedrale di San Giuseppe e per la prima volta presiederà una celebrazione in rito caldeo. Domenica 7 Marzo il Papa sarà nel Nord, ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, da dove farà tappa prima a Mosul, per una preghiera per le vittime della guerra, e poi a Qaraqosh il villaggio che vide la violenza del Califfato con la cacciata, ad agosto 2014 dei cristiani che qui vivevano.

Poi l’ultimo appuntamento: la Messa allo stadio di Erbil con 10mila fedeli. Lunedì 8 marzo, dopo i saluti di congedo, ripartirà per Roma dove l’arrivo a Ciampino è previsto per le 12.45.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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