Sarkozy condannato a 3 anni per corruzione del giudice

L' ex presidente francese Nicolas Sarkozy in un immagine d'archivio.
Nuova tegola dopo la Libia, ora c'è anche traffico d'influenze

PARIGI. – Rien ne va plus per Nicolas Sarkozy. L’ex presidente francese è stato condannato oggi a tre anni – di cui due con la condizionale – per lo scandalo delle intercettazioni telefoniche. Fra le accuse, la corruzione di un magistrato, una prima assoluta per un ex inquilino dell’Eliseo, che lui respinge in toto. Sessantasei anni, oggi consulente e conferenziere, Sarkozy ha ascoltato la sentenza in piedi, dinanzi al giudice, impassibile. All’uscita si è trincerato dietro al più rigoroso silenzioso.

É stata la sua legale, Jacqueline Laffont, a prendere la parola qualche ora dopo per per denunciare una “sentenza estremamente severa”, “totalmente infondata e ingiustificata” ed annunciare che il suo assistito ricorrerà in appello. Anche la destra repubblicana fa quadrato intorno all’ex leader francese, esprimendo “stupore” e “tristezza” per quello che viene considerato “un accanimento giudiziario”.

Solidarietà anche da parte della moglie, Carla Bruni-Sarkozy. “Che accanimento insensato, amore mio… la lotta continua, la verità vedrà a galla”, ha protestato su Instagram l’ex modella e cantante torinese, aggiungendo l’hashtag #injustice e una foto romántica di lei col marito nonché padre di sua figlia Giulia.

Sarkozy è il secondo presidente della Repubblica condannato a una pena detentiva, dopo Jacques Chirac nella vicenda dei falsi impieghi al Comune di Parigi quando era sindaco. L’accusa aveva chiesto per lui 4 anni di carcere, 2 con la condizionale.

Insieme agli altri due imputati, l’avvocato Thierry Herzog e il magistrato Gilbert Azibert – anch’essi verso l’appello – Sarzozy è stato trovato colpevole per quello che la presidente del tribunale ha definito “un patto di corruzione” e per traffico di influenze. Il magistrato avrebbe ricevuto la promessa di vantaggi di carriera in cambio di informazioni coperte da segreto istruttorio sull’ex presidente della Repubblica. L’anno di carcere da scontare, se confermato, potrebbe essere tramutato in regime di semilibertà o in lavori socialmente utili.

Indignazione per la condanna è stata espressa dalla destra.  “La severità della pena è assolutamente sproporzionata e rivela l’accanimento giudiziario di un’istituzione già molto contestata. Bisogna fare piena luce sui metodi e sull’indipendenza della Procura nazionale finanziaria”, ha protestato su Twitter il presidente dei Républicains, Christian Jacob. Da parte sua, il capogruppo dei senatori repubblicani, Bruno Retailleau, deplora una “condanna estremamente dura per un dossier particolarmente debole”. Retailleau ricorda che existe un “diritto alla presunzione di innocenza, finché tutte le vie di ricorso non sono state tentate”.

Il caso delle intercettazioni, o “affaire Bismuth”, è legato a quello delle tangenti libiche per la campagna presidenziale del 2007. Quando i giudici misero sotto controllo il cellulare dell’ex presidente nel 2013 per indagare sul presunto denaro arrivato da Tripoli, scoprirono che Sarkozy utilizzava una línea segreta sotto il nome di ‘Paul Bismuth’ per comunicare con il suo legale, Herzog.

L’accusa ritiene che alcune conversazioni intercettate hanno rivelato l’esistenza di un cosiddetto “patto” di corruzione: Sarkozy, attraverso Herzog, avrebbe dato “una mano” ad Azibert per ottenere una carica nel principato di Monaco a cui ambiva (e che però non ha mai ottenuto). In cambio, Azibert avrebbe fornito informazioni coperte dal segreto su una procedura avviata nei confronti dell’ex capo dello Stato davanti alla Corte di Cassazione a margine di un altro scandalo, quello “Bettencourt”, dal nome dell’erede L’Oreal.

(di Paolo Levi/ANSA)

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