“Unità non opzione ma dovere”, il discorso di Draghi

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, rende al Senato della Repubblica le comunicazioni sulle dichiarazioni programmatiche del Governo.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, rende al Senato della Repubblica le comunicazioni sulle dichiarazioni programmatiche del Governo. (Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – Di fronte al “virus nemico di tutti l’unità “non è un’opzione ma un dovere”. I cinquantacinque minuti del discorso programmatico di Mario Draghi delineano “un governo del Paese, senza aggettivi”, nato con “spirito repubblicano” nell’emergenza.

Il premier rinnega che il suo esecutivo sia frutto del “fallimento della politica”, ringrazia Giuseppe Conte e il presidente Sergio Mattarella, ammette di non essere mai stato così emozionato. Cita Papa Francesco e Camillo Benso di Cavour.

Indica, in un intervento ordinato per capitoli, sofferenze e priorità dell’Italia che dovrà uscire dalla pandemia. Toccando alcuni pilastri del suo programma: l’atlantismo e l’europeismo, una politica fiscale espansiva, l’ambiente, i vaccini e la scuola.

PANDEMIA. “Ci impegneremo a informare i cittadini con sufficiente anticipo di ogni cambiamento delle regole”, è la premessa di Draghi, forse memore delle polemica sullo stop in zona Cesarini agli impianti sciistici. Il premier ricorda le vittime del Covid, non nasconde che l’impatto sul lavoro potrebbe aggravarsi quando ci sarà la fine del blocco dei licenziamenti, sottolinea gli effetti del virus sulla diseguaglianza. E’ “una trincea dove combattiamo insieme”, sottolinea.

VACCINI. Per Draghi vanno organizzati in tutte le strutture esistenti, pubbliche e private. “La velocità è essenziale”, sottolinea il presidente del Consiglio rimarcando la necessità di mobilitare tutte le forze possibili: protezione civile, forze armate, volontari. E Draghi traccia un’altra priorità: ridisegnare la sanità territoriale.

SCUOLA. “La Das grantisce il servizio ma crea disagi.” Per questo il piano di Draghi è “fare il possibile” per il rientro nelle aule, diluendo le fasce orarie e ridisegnando il calendario scolastico. I nuovi investimenti nel personale docente e una particolare attenzione agli Istituti tecnici sono altre tappe della strategia del premier sulla scuola.

POLITICA ESTERA. Questo governo “è convintamente atlantista e europeista. Chi sostiene questo governo sostiene l’irreversibilità dell’euro”, è il pilastro issato da Draghi, che rimarca: “Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine”. E il premier pone un altro obiettivo: rafforzare il rapporto strategico con Francia e Germania, Mediterraneo, Libia, dialogo con la Russia sono gli altri punti citati dal premier. Che non nasconde “la preoccupazione per i diritti violati”, non solo a Mosca.

NEXT GENERATION UE. Si parte dall’ascolto del Parlamento e dal non stravolgimento del Recovery Plan varato dal governo Conte. Le missioni del programma potranno essere rimodulate o accorpate ma restano quelle già note. E la governance, annuncia Draghi, sarà a capo del Ministero dell’Economia, “in strettissima collaborazione” con i ministeri competenti. La strategia per i progetti “non può che essere trasversale e sinergica, basata sul principio dei co-benefici”, spiega Draghi ancora. Il premier, sugli investimenti nelle infrastrutture, traccia una novità rispetto al passato: “Il settore privato deve essere invitato a partecipare alla realizzazione degli investimenti pubblici apportando più che finanza, competenza, efficienza e innovazione”.

FISCO. Semplificazione e riduzione graduale dell’Irpef preservando la progressività: è questo uno dei pilastri della politica fiscale nel discorso programmatico. Che auspica, sulla scia di quanto fatto in Danimarca nel 2008 e in Italia all’inizio degli anni Settanta, che la riforma del fisco sia affidata ad una commissione di esperti. “Una riforma fiscale, è l’architrave della politica di bilancio”, scandisce il premier rilanciando anche il rafforzamento delle politiche anti-evasione.

AMBIENTE. E’ uno dei temi che attraversano trasversalmente il ragionamento del prsidente del Consiglio: “Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo. I modelli di crescita dovranno cambiare”, avverte Draghi annunciando “una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create”.

PA E GIUSTIZIA. Sulla prima Draghi richiama alla necessità di investire in piattaforme efficienti e invita gli uffici a varare un piano per smaltire gli arretrati causati dal Covid. E, è la sua esortazione, va aumentata anche l’efficienza della giustizia civile. LAVORO. “Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce”, prevede l’ex governatore della Bce sottolineando come sarebbe un errore proteggere indistintamente tutte le attività economiche: “alcune dovranno cambiare, anche radicalmente”. Giovani, donne, lavoratori autonomi sono punti centrali del suo piano. E il premier, senza citare il reddito di cittadinanza, ne delinea un cambio di passo con un rafforzamento delle politiche di formazione e dell’assegno di ricollazione. E, sottolinea, andrà rafforzato il personale nei centri per l’impiego.

SUD E PARITA’ DI GENERE. Sono altri due capitoli del discorso di Draghi, secondo il quale “benessere, autodeterminazione, legalità, sicurezza sono strettamente legati all’aumento dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno”, nel quale è necessario “un irrobustimento” delle amministrazioni. E Draghi aggiunge: “la mobilitazione di tutte le energie del Paese nel suo rilancio non può prescindere dal coinvolgimento delle donne” anche perché “il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane tra i più alti di Europa”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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