Coronavirus in Italia: 11.068 nuovi positivi, 221 le vittime. Tasso positività sale al 5,3%

Ristorante chiuso e sedie accatastate sul marciapiede..
Ristorante chiuso e sedie accatastate sul marciapiede.. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Risale il tasso di positività a Covid-19 in Italia, raggiungendo il 5,3%, e torna ad avere un segno ‘più’ anche il numero di ingressi in terapia intensiva, mentre resta sempre alto il numero dei decessi che oggi si attesta a 221. La pandemia causata dal virus SarsCov2 nel nostro Paese, avvertono gli esperti, “peggiora, con chiari segnali negativi, e dunque l’allerta va alzata e senza perdere tempo”.

I numeri giornalieri del bollettino del ministero della Salute, sia pur considerando alcune fluttuazioni legate alle minori notifiche domenicali, come rilevano gli specialisti, descrivono infatti una situazione seria e che non presenta significativi segnali di miglioramento.

Sono 11.068 i test positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore, che portano il numero dei contagiati dall’inizio dell’emergenza a 2.721.879. Le vittime, sempre nelle ultime 24 ore, sono invece 221, un incremento che porta il totale a 93.577. Ad oggi in Italia ci sono 402.783 attualmente positivi, 1.370 in più rispetto a ieri, mentre dall’inizio dell’emergenza i dimessi e i guariti sono 2.225.519, con un incremento rispetto a ieri di 9.469.

I test per il Covid (tamponi molecolari e antigenici rapidi) effettuati in un giorno sono stati 205.642, in calo di circa 85mila rispetto a ieri, quando ne sono stati fatti 290.534. Il tasso di positività sale però al 5,3% (ieri era 4,6%).

Preoccupante, poi, il dato sulle terapie intensive: le persone attualmente ricoverate a causa del Covid-19 sono 2.085, tornando ad aumentare di 23 unità rispetto a ieri, nel saldo quotidiano tra ingressi e uscite. Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati invece 126. Secondo i dati del ministero della Salute, sono inoltre 18.449 le persone ricoverate nei reparti ordinari, 51 in meno rispetto alla giornata di sabato.

“Ci sono segnali negativi e la pandemia in Italia sta peggiorando – afferma all’ANSA Giuseppe Arbia, professore di Statistica economica all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma e curatore del sito COVSTAT sull’andamento pandemico -. A fronte di questi dati, l’allerta va assolutamente alzata”.

Infatti, precisa lo statistico, “nonostante il numero di vittime oggi sia inferiore rispetto al giorno precedente, quando è stato pari a 311, va chiarito che statisticamente la domenica si registra sempre un numero inferiore, probabilmente per mancate notifiche. Il dato indicativo è invece quello su base settimanale, che ci mostra come il numero delle vittime rimanga sostanzialmente fermo”.

Ci sono in particolare, afferma, “tre indicatori estremamente preoccupanti: il numero di ingressi in terapia intensiva, già in risalita nei giorni scorsi, e che oggi torna ad avere un segno positivo nel saldo; il tasso di positività, anch’esso in risalita su base settimanale, ed appunto il numero di decessi”.

Il fatto, osserva l’esperto, è che “siamo fermi da due mesi in una situazione patologica, che non può assolutamente durare ancora a lungo. E’ come se una persona con una febbre costante a 38 gradi dicesse di stare bene perchè la febbre non sale ancora”. In questo contesto, secondo Arbia, “è sbagliato parlare di una situazione stabile, ma bisogna dire invece con chiarezza che la situazione è negativa. Ancora un totale di 200-300 morti al giorno non è più tollerabile”.

Quindi, “bisogna intervenire, perché è evidente che le misure attuali sono insufficienti”. Tanto più in presenza di varianti del virus che si stanno diffondendo: “Su di esse ci sono ancora molti aspetti non chiari, a partire da quanto possano effettivamente risultare resistenti ai vaccini e di quanto e se possano essere più letali. Su questo mancano dati scientifici solidi e ci vorrà un pò di tempo per averli”.

Nel frattempo, conclude Arbia, “la priorità è accelerare con la campagna di vaccinazione, sulla base dei dati attualmente disponibili che ci dicono che due dei tre vaccini oggi in uso sono efficaci anche contro le varianti”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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