Tokyo 2020: dopo addio di Mori bagarre per successione

Un poster delle Olimpiadi Tokyo 2020.
Un poster delle Olimpiadi Tokyo 2020. (ANSA/EPA)

TOKYO. – Dopo le dimissioni annunciate del Presidente del Comitato organizzatore di Tokyo 2020, Yoshiro Mori, una nuova battuta d’arresto intralcia la già tormentata programmazione dei Giochi, il cui esito diventa ancora più imprevedibile.  Quella che appariva una nomina scontata alla successione dell’83enne ex premier è rivelata un’ulteriore controversia a meno di sei mesi dall’inizio delle Olimpiadi.

La prospettiva di una figura nominata dallo stesso presidente uscente non è andata giù al comitato direttivo, dopo una animata contestazione online, nel nome comune di una maggiore trasparenza. L’84enne designato Saburo Kawabuchi, ex numero uno della Federazione calcistica giapponese, ha deciso di fare marcia indietro dopo il parere favorevole espresso appena un giorno prima, consentendo invece un processo democrático all’interno del comitato.

La commissione sarà presieduta da Fujio Mitarai, l’85enne presidente della Canon e membro onorario di Tokyo 2020. Sarà un altro ottuagenario – fa notare la stampa progressista – a dover decidere il successore di Mori tra “persone che abbiano esperienza del mondo olimpico, conoscenza della diversità di genere a prescindere se il candidato sia un uomo o una donna”.

Il termine per l’annuncio della nomina non è stato ancora deciso, ha precisato l’amministratore delegato dei Giochi, Toshiro Muto, per la prima volta dal 2014 orfano di Mori sul fronte logistico-organizzativo. Il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach, ha riferito che “continuerà a lavorare a stretto contatto col successore di Mori”, ringraziando l’ex numero uno per la sua “eccellente cooperazione durante il mandato”.

Il Cio inoltre “plaude alla decisione di avere una rappresentanza di genere paritaria nel comitato di revisione, compresi i rappresentanti degli atleti, e all’impegno per la trasparenza. Questo è un chiaro impegno per l’uguaglianza di genere, che è pienamente in linea con l’Agenda Olimpica 2020, la tabella di marcia strategica del Cio”.

Tra i candidati si segnala la ministra dello Sport Seiko Hashimoto, ex campionessa olimpica, che però non ha voluto commentare. Le dimissioni di Mori irrompono in una fase dell’organizzazione dei Giochi che potrebbe rivelarsi decisiva.

L’avvio della staffetta olimpica per il trasporto della torcia è previsto il prossimo mese, insieme a una serie di test event durante la primavera – che già scontano i ritardi dell’emergenza sanitaria globale provocata dal Covid.

Le accuse più recenti di sessismo appannano in maniera risolutoria l’immagine del movimento olimpico, la cui speranza ormai da un anno poggia sulla speranza concreta di una discesa dei contagi su scala globale, sebbene il Cio e il governo di Tokyo continuino ad affermare che i Giochi si svolgeranno a prescindere dall’evoluzione della pandemia. Una visione che sembra divergere in modo sempre più evidente da quella dell’opinione pubblica giapponese.

Nell’ultimo sondaggio dell’Agenzia Kyodo svolto nel corso del fine settimana il 47% dell’interpellati si è espresso favorevolmente per un nuovo rinvio dei Giochi, il 35,2% ritiene invece che le Olimpiadi debbano essere cancellate, mentre appena il 14,5% si pronuncia a favore del regolare svolgimento dell’evento sportivo.

(di Alessandro Libri/ANSA)

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