Ue: ratifiche Recovery rapide per fondi a giugno

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. EPA/STEPHANIE LECOCQ

BRUXELLES. – Sul Recovery fund le istituzioni europee hanno fatto la loro parte, approvandolo nei tempi stabiliti, ora tocca agli Stati ratificare l’accordo il prima possibile per non sforare la tabella di marcia. Se tutto andrà come previsto, cioè l’adozione arriverà entro fine marzo, la Commissione potrà subito andare sui mercati a reperire i fondi e le prime risorse a fondo perduto potrebbero arrivare ai governi già prima dell’estate.

Dopo aver firmato lo storico documento che dà vita alla prima forma europea di debito comune, i presidenti del Parlamento Ue David Sassoli, della Commissione Ursula von der Leyen e della presidenza di turno Antonio Costa, hanno lanciato un appello ai leader dei 27 Stati membri.

“I cittadini e le imprese non possono aspettare”, ha detto Sassoli, per questo i parlamenti nazionali devono “accelerare e dare subito il via libera” allo strumento che inietterà nelle loro economie 750 miliardi di euro, e assicurerà che ci sia una “ripresa europea, di tutti”.

Il presidente portoghese Costa ha ricordato la tabella di marcia. Prima si completano le ratifiche nazionali, poi i piani definitivi potranno essere inviati a Bruxelles. Le regole dicono che devono arrivare entro il 30 aprile, e la Commissione Ue debe approvarli entro due mesi. Ma i tempi potrebbero accorciarsi per chi preparerà i piani più in fretta e meglio.

“Credo che i primi Stati che riusciranno a concludere il negoziato con la Commissione possono avere i fondi magari anche all’inizio dell’estate”, ha detto Costa, il cui governo si sta muovendo proprio con questo obiettivo. Del resto le ratifiche sono già partite, ieri hanno concluso il processo Francia e Slovenia, e l’aspettativa è che tutti lo faranno entro i primi di aprile al massimo. Solo allora la Commissione potrà emettere i bond comuni.

Intanto i governi continuano a lavorare ai loro piani nazionali di rilancio, assieme ai tecnici di Bruxelles. I piani vanno riequilibrati, perché attualmente pendono dalla parte degli investimenti, ha segnalato la Commissione. Von der Leyen invita a non aver paura di inserire le riforme chieste nelle raccomandazioni Ue, perché ora sarà più facile realizzarle, avendo margine di manovra nei bilanci per investire e controbilanciare gli effetti collaterali, ad esempio, di spending review o riforme del lavoro.

“Stavolta c’è di diverso che con le riforme arrivano anche gli investimenti. Di solito ci sono difficoltà economiche al momento delle riforme perché non ci sono investimenti”, ha spiegato von der Leyen, chiudendo per sempre la stagione delle riforme pensate solo per risanare i conti pubblici.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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