Da Uber protocollo per salute e sicurezza dei rider

Un rider in bicicletta.
Un rider in bicicletta. (ANSA)

MILANO. – Si vedono gli effetti del “percorso virtuoso intrapreso dal management” di Uber Eats Italia, dopo che a fine maggio dello scorso anno la filiale italiana del colosso americano è stata commissariata su decisione del Tribunale di Milano per caporalato sui rider.

Parola degli stessi amministratori giudiziari, nominati dai giudici, che oggi hanno accolto con favore anche l’adozione da parte della società di un “protocollo in materia di salute e sicurezza sul lavoro a tutela” dei fattorini che fanno le consegne di cibo a domicilio.

Un protocollo che, come annunciato dalla stessa azienda, prevede, tra le altre cose, la “disponibilità gratuita” dei “dispositivi per la sicurezza”, come casco, “indumenti ad alta visibilità”, giacca e pantaloni antipioggia, luci, la “fornitura dell’equipaggiamento protettivo anti-Covid”, ma anche corsi “gratuiti di formazione” dedicati alla salute e sicurezza sul lavoro e alla sicurezza stradale.

In più, la “verifica dell’idoneità dei veicoli per le consegne” e pure la “introduzione nell’app Uber Eats per i rider di un tasto di emergenza utilizzabile in caso di problemi di sicurezza, che consente di contattare il 112 e di ricevere assistenza da parte di un team Uber”.

“Con le attività che stiamo realizzando ora e nei prossimi mesi – ha spiegato Gabriele De Giorgi, Public Policy Manager di Uber Italia – miriamo a diventare il modello di riferimento per l’intero settore del food delivery nell’ambito della tutela della salute e sicurezza dei corrieri e un esempio per tutte le realtà operanti nella consegna di beni a domicilio nel nostro Paese”.

Le indagini del pm Paolo Storari, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf, il 29 maggio avevano portato la Sezione misure di prevenzione del Tribunale, presieduta da Fabio Roia (giudice delegato anche Veronica Tallarida), a disporre, con un provvedimento mai preso prima nei confronti di una piattaforma di delivery, l’amministrazione giudiziaria di Uber Italy.

Il procedimento riprenderà il 3 marzo con un’udienza e poi i giudici dovranno decidere sulla prosecuzione o meno del commissariamento, inizialmente previsto per la durata di un anno. Intanto, l’amministratore giudiziario Cesare Meroni, coi suoi “coadiutori, gli avvocati Fabio Cesare e Marcella Vulcano”, è soddisfatto: Uber “sta seguendo le coordinate tracciate dai giudici” e “particolare attenzione è stata posta alla salute e sicurezza dei rider con un programma specifico nel settore del food delivery che dimostra la posizione di contrasto della società rispetto a forme di sfruttamento del lavoro”.

L’obiettivo dell’azienda, concludono gli amministratori giudiziari, è “qualificarsi come modello positivo e di riferimento per il settore del food delivery”. Nel frattempo, il fronte penale dell’indagine è in fase di udienza preliminare e tra gli imputati figura una manager di Uber Italy, Gloria Bresciani, ora sospesa. E 21 sono i rider entrati come parti civili.

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