Produzione industria: 2020 nero. Boom depositi bancari

Uno stabilimento tessile
Uno stabilimento tessile

ROMA. –    Il Covid colpisce e affonda la manifattura ma al tempo stesso i timori per un futuro piuttosto incerto fanno lievitare i depositi bancari.

Il 2020 si chiude con un crollo dell’11,4% della produzione industriale rispetto all’anno precedente, segnando il secondo peggior risultato dall’inizio della serie storica (che parte dal 1990), dopo la caduta registrata nel 2009, sottolinea l’Istat, spiegando che la flessione è estesa a tutti i principali raggruppamenti di industrie e, nel caso dei beni di consumo, “è la più ampia mai registrata”.

L’Istituto di statistica spiega ancora che “il progressivo recupero, dopo il crollo di marzo e aprile, ha subito una battuta d’arresto nei mesi recenti, impedendo il ritorno ai livelli produttivi precedenti l’emergenza sanitaria”. Infatti nella media del quarto trimestre l’indice destagionalizzato “è ancora inferiore del 3,1% rispetto a febbraio 2020”, commenta sempre l’Istat.

Nell’anno nero del manifatturiero resiste solo la produzione alimentare che segna una flessione di “appena” il 2,5% rispetto agli altri, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat. Il comparto alimentare diventa così “la prima ricchezza” del Paese con un valore di filiera, dai campi agli scaffali che supera i 538 miliardi, sottolinea Coldiretti.

Comunque guardando ai dati di dicembre, nel pieno della seconda ondata da Covid ma con le restrizioni limitate solo ai servizi, l’indice ha tenuto, calando dello 0,2% su novembre e del 2% su anno. I settori che registrano i maggiori incrementi rispetto a dicembre 2019 sono la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+10,9%), la fabbricazione di prodotti chimici (+7,5%) e la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+6,8%).

Viceversa, le flessioni maggiori si sono verificate nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-28,5%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,5%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-10,9%).

“Il modesto calo registrato dalla produzione industriale nel mese di dicembre era in gran parte atteso” mentre “il 2020 si chiude così a -11%, un risultato molto negativo, ma ben distante dal -18,7% del 2009”, commenta Confcommercio, avvertendo che il “vero problema” è il comparto terziario “per il quale l’uscita dalla più profonda crisi di sempre non è ancora chiaramente in vista”.

Le associazioni dei consumatori, Codacons e Unc, parlano di dati “peggiori” delle attese, auspicando che arrivino al più presto i soccorsi del Recovery plan”.

Il Covid ha interrotto anche la crescita delle imprese guidate da donne: a fine 2020 sono 4mila in meno rispetto al 2019 e ad essere colpite sono state soprattutto le attività delle under 35, secondo quanto rileva l’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere che registra un calo dello 0,29% rispetto al 2019.

Una perdita contenuta, quindi, tutta concentrata al Centro Nord (il Mezzogiorno segna infatti un +0,26%), che interrompe però una crescita costante dal 2014. Le imprese guidate da donne sono un milione e 336mila.

Ma nell’anno della grandissima incerteza Bankitalia certifica anche un’accelerazione della crescita dei depositi bancari: a dicembre sono saliti dell’11,1% sui dodici mesi, contro un aumento dell’8,7% a novembre. E non solo.  Nello stesso mese di dicembre si è registrato anche un “forte ribasso” delle sofferenze bancarie.

Bankitalia segnala un calo del 19,5% sui dodici mesi (in novembre la riduzione era stata dell’11,9%) a 51,6 miliardi di euro lorde e a 20,6 miliardi nette.

(di Alfonso Abagnale/ANSA)

Lascia un commento