Giornata anti-tratta: “Liberare chi è in schiavitù”

7/a Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta
7/a Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta

CITTÀ DEL VATICANO. – “Ogni persona schiavizzata torni ad essere libera protagonista della propria vita e parte attiva della costruzione del bene comune”. E’ l’appello del Papa nel videomessaggio per la 7/a Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta, svoltasi oggi sul tema “Economia senza tratta”.

Una giornata “importante”, afferma Francesco, “perché ci aiuta tutti a ricordare questo dramma, e ci incoraggia a non smettere di pregare e di lottare insieme. Possano la riflessione e la presa di coscienza essere sempre accompagnate da gesti concreti, che aprono anche strade di emancipazione sociale”.

Nella ricorrenza di Santa Giuseppina Bakhita, religiosa sudanese che conobbe la schiavitù, la Giornata ha previsto una maratona di preghiera online, coordinata da Talitha Kum, la rete della vita consacrata contro la tratta di persone dell’Uisg, l’Unione internazionale delle superiore generali, in partenariato con la Sezione migranti e rifugiati del Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale, Caritas internationalis, l’Unione mondiale delle Organizzazioni femminile cattoliche, il Movimento dei Focolari e tante altre organizzazioni.

I numeri della piaga sono drammatici: nel Rapporto Immigrazione 2020 pubblicato a ottobre dalla Caritas si parla di 40 milioni di vittime di tratta a livello globale: il 60% a scopo sessuale. Un terzo sono minori e sette su dieci donne o bambine.

Il Dipartimento di Stato Usa stima che in Italia il numero di vittime sia tra le 25 e le 30 mila, provenienti soprattutto da Nigeria, Russia, Ucraina, Albania, Romania, Bulgaria e Moldavia. Inoltre, l’Italia è il primo paese di destinazione della tratta degli esseri umani, che parte dall’Africa e arriva qui attraverso la Libia.

A rendere tutto più difficile e pericoloso il Covid-19: dalle strade le donne tendono a spostarsi dentro le case con evidenti maggiori pericoli sulla sicurezza personale e maggiore possibilità di contagio. Già ieri all’Angelus, presentando la Giornata, il Papa sottolineava che “quest’anno l’obiettivo è lavorare per un’economia che non favorisca, nemmeno indirettamente, questi traffici ignobili, cioè un’economia che non faccia mai dell’uomo e della donna una merce, un oggetto, ma sempre il fine”.

E nel videomessaggio di oggi spiega che “un’economia senza tratta” è “un’economia che ha cura del lavoro, creando opportunità di impiego che non sfruttano il lavoratore per condizioni di lavoro degradanti e orari estenuanti”. E’ “un’economia solidale”, nonché “un’economia con regole di mercato che promuovono la giustizia e non esclusivi interessi particolari”.

“La tratta di persone – aggiunge Francesco – trova terreno fertile nell’impostazione del capitalismo neoliberista, nella deregolamentazione dei mercati che mira a massimizzare i profitti senza limiti etici, senza limiti sociali, e senza limiti ambientali”. Il Pontefice chiede quindi “il coraggio di coniugare il legittimo profitto con la promozione dell’occupazione e di condizioni dignitose di lavoro. In tempi di forte crisi, come l’attuale, questo coraggio è ancora più necessario”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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