Crisi di Governo: via al secondo round, si guarda a formula Governo

Veduta di Palazzo Chigi, sede del Governo
Veduta di Palazzo Chigi, sede del Governo. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – La Lega butta “il cuore oltre l’ostacolo”, come dice scandendo le parole il suo leader, Matteo Salvini, e torna a rivendicare un ruolo di responsabilità non mettendo “veti in casa d’altri”. Ma allo stesso tempo sembra voler anticipare a Draghi la propria preferenza per un governo con una forte connotazione politica. Magari con Salvini ministro.

Una ‘candidatura’, quest’ultima, avanzata con forza dal capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari: “Se il governo sarà politico, la logica vuole che Salvini debba essere ministro”, spiega a Radio Capital, mettendo un primo ‘paletto’ politico di giornata sulla formazione del Governo, quando la formula stessa dell’esecutivo – più o meno allargato, tecnico o tecnico-politico – non è ancora chiara.

“Salute, lavoro e riaperture, sono i temi. Di altro domani al tavolo con il professor Draghi non parleremo”, frena Salvini applaudito a distanza da Iv con il suo coordinatore, Ettore Rosato: “Le posizioni che sta assumendo la Lega sono di grandissima importanza” e “Matteo Salvini sta rispondendo con intelligenza”.

Ma se la Lega ha da giorni messo sul piatto la sua totale disponibilità indietreggiando anche sulla richiesta di un governo “a tempo”, altrettanto non si può dire in casa 5 Stelle. Resta infatti mosso, tendente al molto mosso, il mare pentastellato.

A ribadire il proprio No a Draghi, cercando di fare proseliti, è ancora Alessandro Di Battista che, premettendo di non aver dubbi “che il Professor Draghi sia una persona onesta, preparatissima ed autorevole” chiede espressamente ai pentastellati di non appoggiarlo. Incassando un indiretto altolà di Luigi Di Maio che torna a rivendicare la rilevanza del Movimento negli ultimi governi e avvertendo che “nessuno riuscirà a dividerci”.

In attesa di capire quando Draghi incontrerà i rappresentanti di sindacati e imprese (sul tavolo, oltre alle normali relazioni tra governo e parti sociali c’è l’urgente e spinosa questione del blocco dei licenziamenti), il calendario di oggi si concentra in 3 ore no-stop in cui il presidente incaricato incontrerà – dalle 15 – tutti i cosiddetti “piccoli”.

Tutti per un quarto d’ora, tranne che le Autonomie (Svp-patt,Uv) del Senato che avranno a disposizione mezz’ora. Poi, alle 18, le porte della Sala della Regina si richiuderanno per riaprirsi domani con i “big” in quella che dovrebbe essere la giornata in cui il Professor Draghi conta di avere un quadro certo per poter tirare le somme.

(di Paolo Dallorso/ANSA)

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