Muore all’improvviso il medico che curò Navalny

L'ambulanza che trasportó a Navalny da un centro sanitario d'emergenza all'aeroporto di Omsk, per prendere il volo verso la Germania, dove fu curato. Archivio
L'ambulanza che trasportó a Navalny da un centro ospedaliero d'emergenza all'aeroporto di Omsk medics preparporto transport opposition politician Alexei Navalny from an emergency care hospital to an airport, in Omsk, EPA/MAXIM KARMAYEV

MOSCA.  – Uno dei medici russi che hanno curato Alexey Navalny subito dopo l’avvelenamento è morto improvvisamente nel reparto d’ospedale in cui lavorava, per un attacco cardiaco “stando ai dati preliminari”.

Serghiei Maksimishin, 55 anni, era il vice primario di anestesiologia e rianimazione dell’Ospedale delle Emergenze numero 1 di Omsk: lo stesso dove il principale avversario di Putin fu ricoverato d’urgenza a fine agosto dopo essere collassato su un aereo in volo da Tomsk a Mosca. I piloti allora effettuarono un atterraggio fuori programma a Omsk e consentirono a Navalny di ricevere le prime cure, salvandogli la vita.

“Serghiei Maksimishin era il capo del dipartimento che ha curato Navalny ed era incaricato della terapia e nello specifico del suo coma indotto”, ha raccontato alla Cnn il braccio destro dell’oppositore, Leonid Volkov. “Sapeva più di ogni altro della salute di Navalny e quindi non posso escludere un gioco sporco”, ha detto Volkov, aggiungendo però che “il sistema sanitario russo è molto scadente e non è raro per i medici della sua età morire improvvisamente”.

Al momento non c’è nessun elemento per affermare che la norte di Maksimishin non sia da imputare a cause naturali. Ma resta il fatto che il medico ha curato Navalny in un ospedale i cui vertici hanno ufficialmente escluso l’avvelenamento del dissidente: una conclusione che molti osservatori ritengono dovuta alle pressioni delle autorità russe.

Dopo che Navalny è stato trasferito in aeroambulanza in una clinica di Berlino, laboratori di Francia, Germania e Svezia, nonché gli esperti internazionali dell’Opac, hanno annunciato di aver trovato sul paziente tracce di una micidiale neurotossina sviluppata in Unione Sovietica ai tempi della Guerra fredda: il Novichok.

Successivamente, le inchieste giornalistiche di Bellingcat e una presunta telefonata-trappola a quello che sarebbe un agente segreto del Cremlino hanno rafforzato i sospetti sull’intelligence russa, che pare abbia avvelenato Navalny mettendo il Novichok sulle sue mutande durante una trasferta elettorale a Tomsk.

Mosca continua però a negare l’avvelenamento e sostiene che non ci siano le basi per aprire un’inchiesta. Il direttore sanitario dell’Ospedale delle Emergenze di Omsk, Aleksandr Murakhovsky, ad agosto raccontava ai giornalisti che il malore di Navalny era dovuto a “disordini metabolici”. Una diagnosi accolta da molti con diffidenza.

Circa tre mesi dopo, Murakhovsky è stato promosso assessore alla Salute della regione di Omsk e da questa posizione ha ricordato il collega deceduto come un esempio di grande professionalità, come un medico che ha salvato migliaia di vite. “Il dottor Maksimishin ci mancherà moltissimo”, ha dichiarato. “Ci ha lasciati troppo presto e ciò rende il dolore per la sua scomparsa particolarmente amaro”.

Una portavoce dell’assessorato ha spiegato a Otkritie Media che Maksimishin aveva perso entrambi i genitori nel giro di un anno. “È morto sul lavoro, nel suo reparto di terapia intensiva. Era in ospedale, è stato ricoverato in terapia intensiva ed è morto lì”.

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