La ‘Cruz del Ávila’, uno spettatore speciale per lo sport capitolino

La Cruz del Ávila ha visto le imprese di tanti campioni.

CARACAS – Nel 1963, la città di Caracas vide illuminarsi per la prima volta una grande croce nei pressi dell’Hotel Humboldt. Tre anni dopo fu spostata nella zona Los Mesedores e da 26 anni é nel suo luogo attuale.

Dal primo giorno, questo simbolo religioso che ci illumina nelle principali festività cattoliche dall’alto della montagna é stato testimone di diverse imprese sportive.

La “Cruz del Ávila” ha ai suoi piedi due dei principali scenari sportivi della capitale venezuelana: lo stadio Olímpico e lo stadio Universitario.

Nel 1973, il lanciatore dei Leones del Caracas Urbano Lugo padre infliggeva un “no hit, no run” ai Tiburones de La Guaira. Tredici anni dopo, suo figlio Urbano Lugo jr sempre con la maglia dei ‘melenudos’ compieva la stessa impresa contro La Guaira.

La croce ha anche illuminato lo stadio Universitario quando le squadre dei Leones e Tiburones furono costrette all’esilio per il mancato accordo con i proprietari del recinto sportivo.

La croce é stata testimone di lusso anche il giorno in cui Vitico Davalillo mise a segno il suo hit 1.500. I suoi 74 riflettori hanno illuminato i festeggiamenti dell’ultimo scudetto vinto dai Tiburones de La Guaira a scapito dei Leones il 31 gennaio 1986.

La croce situata 1.530 metri sul livello del mare ha osservato innumerevoli sfide tra Caracas e Magallanes. Nel 1994, anche se spenta fu testimone della prima finale tra queste due squadre.

La Cruz del Ávila ha anche illuminato diverse imprese sul rettangolo verde dell’Olímpico. Qui il principale protagonista é stato il Caracas che ha vinto diversi trofei: Scudetto e Coppa Venezuela. Senza dimenticarci del nostro Deportivo Italia.

I campioni che dal terreno di gioco avranno contemplato questo simbolo di Caracas sono tanti: Riccardo Andreutti, Andrés Galarraga Padovani, Edgar Pérez Greco, Miguel Ángel Mea Vitali, Pablo Sandoval, Carlos Martínez, e tanti altri.

Attualmente la Croce é ancora accesa e con il trascorrere degli anni continuerà ad essere lo spettatore speciale dello sport alle falde dell’Ávila.

(di Fioravante De Simone)

 

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