Vaccini, in ventuno paesi registri elettronici e card

Margaret Keenan, 90 anni è la prima donna ad aver ricevuto il vaccino Pfizer-Biontech per la campagna vaccinale anti-Covid in Gran Bretagna
Margaret Keenan, 90 anni è la prima donna ad aver ricevuto il vaccino Pfizer-Biontech per la campagna vaccinale anti-Covid in Gran Bretagna. EPA/Jacob King / POOL

ROMA. – La campagna vaccinale contro il Covid-19 è iniziata in tutti i paesi europei ma le difficoltà non mancano per nessuno: non solo ci sono problemi nelle forniture dei vaccini, ma anche nel reperire aghi e siringhe. Tuttavia la maggior parte dei Paesi ha attivato portali internet per monitorare la campagna vaccinale nazionale, 21 hanno predisposto registri elettronici e 4 delle card elettroniche.

A fare il punto della situazione, aggiornata al 29 gennaio, è la rilevazione pubblicata dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Molti paesi (Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Lettonia, Malta,Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia) sono nella fase 1 della campagna vaccinale, mentre Finandia, Ungheria, Irlanda, Norvegia e Slovenia sono in fase 2, e solo la Slovacchia è in fase 3.

Per far fronte alle carenze dovute ai ritardi nelle consegne, molti stanno valutando se posporre la seconda dose e rimodulando la campagna. L’Irlanda ha esteso l’intervallo della seconda dose del vaccino Pfizer da 21 a 28 giorni, e l’Olanda a 42 giorni. Danimarca, Francia, Islanda e Lussemburgo, Spagna e Portogallo devono ancora pronunciarsi.

Per quanto riguarda le dosi somministrate su quelle distribuite, al primo posto c’è la Lituania con il 100% delle dosi somministrate, seguita da Islanda (92,7%), Polonia (87,3%), Spagna (848%), Slovenia (83,5%) e Italia (76,1%). Nella tabella pubblicata dall’Ecdc non ci sono però i dati di Germania, Francia e Regno Unito.

Tra le altre difficoltà emerse c’è la carenza di particolari siringhe (quelle a spazio morto ridotto) e aghi, problemi di comunicazione e disinformazione. Un punto invece su cui tutti i paesi sono a buon punto di lavoro è il monitoraggio: su 28 Stati, 21 hanno attivato dei registri elettronici disponibili a livello nazionale, 5 (Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo e Slovacchia) hanno un sistema elettronico ad hoc, 4 (Croazia, Estonia, Germania, Portogallo) usano delle specifiche card elettroniche mentre un paese registra le vaccinazioni manualmente.

A livello europeo l’Ecdc ha reso disponibile un sito web interattivo, il COVID-19 Vaccine Tracker, che fornisce gli ultimi dati riportati dai paesi europei con aggiornamenti bisettimanali. A livello di strutture, la maggior parte dei paesi continuerà ad utilizzare quelle già disponibili (l’Irlanda si serve anche delle farmacie), mentre altri intendono ingrandirle una volta che saranno disponibili più dosi di vaccino con centri di vaccinazione di massa.

Alcuni paesi hanno già tratto delle valutazioni dalla campagna in corso: l’Olanda ha deciso di includere anche gli over 60 e i pazienti delle strutture di salute mentale tra i gruppi con priorità mentre la Germania pensa ad un monitoraggio sull’accettazione del vaccino.

(di Adele Lapertosa/ANSA)

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