Cresce la rabbia in Polonia contro divieto d’aborto

Una manifestante mostra la mascherina con il fulmine, simbolo del movimento femminile di sciopero, di fronte alla corte costituzionale di Varsovia.
Una manifestante mostra la mascherina con il fulmine, simbolo del movimento femminile di sciopero, contro le restrizioni all'aborto, di fronte alla corte costituzionale di Varsovia. (Photo by Wojtek Radwanski / AFP)

ROMA. – In piazza per il terzo giorno consecutivo contro la sentenza della Corte costituzionale che vieta quasi completamente l’aborto pubblicata tre giorni fa sulla gazzetta ufficiale. Le donne polacche non cedono a intimidazioni e arresti e affrontano di nuovo oggi la polizia in decine di città di tutta la Polonia.

“La nostra lotta continua, oggi si ricomincia nel centro di Varsavia alle 20”, ha annunciato in conferenza stampa Marta  Lempart, leader del movimento “Sciopero delle donne”. E se la capitale è il cuore della protesta, sono attese migliaia di persone anche a Danzica, Poznan, Rzeszow, Stettino, Katowicw.

Non è in piazza invece l’altra leader del movimiento Klementyna Suchanow, ancora in carcere per il fermo di ieri da parte della polizia dopo che insieme ad altri manifestanti aveva “invaso” l’area che ospita la sede della Corte Costituzionale, scavalcando la recinzione per affiggere un manifesto contro la nuova legge.

Gli agenti ieri hanno fermato 14 persone e hanno ,chiuso in una morsa le manifestanti per controlli a tappeto. Sono 417 in totale le persone identificate e 357 quelle multate per mancanza della mascherina anti-Covid, riporta il quotidiano Gazeta Wyborcza.

Ma la rabbia continua a montare contro le motivazioni della sentenza della Corte, secondo la quale l’interruzione della gravidanza è ammissibile solo se c’è un’alta probabilità di danni irreversibili o letali per il feto, se la vita della madre è in pericolo e nei casi di incesto e stupro.

La sentenza era stata emessa il 22 ottobre scorso e da allora le proteste, che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne, non sono mai cessate nonostante la pubblicazione della sentenza fosse stata posticipata fino al 27 gennaio. E già ieri, giorno successivo alla pubblicazione della sentenza, alcuni medici si sono rifiutati di far abortire donne con feti che avevano delle malformazioni.

Il partito  che guida la coalizione di governo in Polonia, il Pis (Diritto e Giustizia), nazionalista e allineato con la Chiesa Cattolica, ha nominato la maggior parte dei giudici costituzionali concedendo al legislatore più poteri in questo campo.

“Siamo solidali con le donne polacche alle quali si nega il diritto di diventare madri consapevolmente” Si afferma dalla Segreteria di Europa, secondo cui “L’Italia e l’Europa non possono far finta di niente”.

Lascia un commento