Crisi di Governo: consultazioni, Renzi per ora chiude a Conte

Matteo Renzi, Teresa Bellanova, Maria Elena Boschi e Davide Faraone di "Italia Viva - PSI" durante le consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Matteo Renzi, Teresa Bellanova, Maria Elena Boschi e Davide Faraone di "Italia Viva - PSI" durante le consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. (Paolo Giandotti/Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – Dopo due giorni di consultazioni ancora non si è materializzata né una maggioranza né un nome ed è quindi fondamentale il colloquio tra il presidente Sergio Mattarella e la delegazione della prima forza parlamentare di questa legislatura, cioè i Cinque stelle.

Questo è il preoccupato bilancio del Quirinale dove però la lettura delle parole di Renzi – le uniche che valgono sono quelle pronunciate nelle sale del Quirinale – vengono messe sotto la lente fornendo letture leggermente meno drastiche di quelle sintetizzate a caldo dalla stampa.

Troppo presto quindi per tirare le somme di una situazione che resta complicatissima e che fa riemergere lo spettro dello scioglimento delle Camere. Ma andiamo per ordine: dopo il niet di Renzi al nome di Conte, perlomeno non prima di un chiarimento delle forze di maggioranza sul ruolo di Italia Viva nella coalizione, il presidente dovrà capire la posizione del Movimento su Renzi.

Ove ci fosse, da parte M5s, un “mai con Italia Viva” sarebbe chiaro che non c’è né un nome né una maggioranza e questa fase sarebbe chiusa con implicazioni tutte da verificare. Se ci fosse un’apertura verso i renziani, allora il presidente potrebbe prevedere una seconda apertura temporale, con un incarico esplorativo per il quale in pole ci sarebbe – secondo i rumours parlamentari – il presidente della Camera Roberto Fico.

Si tratta comunque di una valutazione che verrà fatta nelle prossime ore, infatti, viene spiegato, negli incontri di oggi del presidente Mattarella non si è mai parlato né di incarico esplorativo né tantomeno di incarico esplorativo al presidente Fico. Un incarico che, si spiega con un’efficace metafora, non potrebbe andare a uno dei coniugi quando marito e moglie litigano, cioè ad una delle parti in causa.

Logica conseguenza di questo complesso ragionamento è che un incarico esplorativo si dà se i partiti dell’ex maggioranza vogliono ricucire. Altrimenti sarebbe solo una perdita di tempo. Che il presidente Mattarella vorrebbe evitare con tutte le sue forze.

Ricapitolando: il Quirinale ha ben chiaro che prima bisogna ancora trovare una maggioranza e solo con la consultazione di venerdì con il Movimento si avrà questa certezza. Determinante quindi l’apertura dei Cinque stelle a Renzi dato che ovviamente il Colle non considera sufficienti i numeri trovati da Conte al momento delle dimissioni, cioè senza i parlamentari renziani.

Mancando il nome del premier, dopo la gelata di Italia Viva su Conte, si può tentare un esplorativo. E in questo caso il capo dello Stato darebbe un po’ di tempo perché non si può rischiare di mandare il Paese al voto per non aver fatto decantare la situazione.

Di scuola, al momento, l’ipotesi che manchi oltre al nome anche la maggioranza. In questo caso forse Mattarella potrebbe chiamare un altro giro di consultazioni e allora sì, alla fine, senza novità, ci potrebbe veramente essere lo scioglimento, attraverso un governo di scopo per salvare almeno il Recovery plan.

(di Fabrizio Finzi/ANSA)

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