Fisco, Ruffini: Magazzino da 1.000 miliardi non riscuotibile

Ufficio dell'Agenzia di Riscossione Entrate.
Ufficio dell'Agenzia di Riscossione Entrate.

ROMA. – Ammonta a circa 1.000 miliardi la consistenza del cosiddetto “magazzino” della riscossione, una “montagna di cartelle di pagamento stratificata in 20 anni dal 2000 al 2020”.

Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini durante l’evento “Telefisco Sole 24 ore” al quale è intervenuto da remoto. Una cifra da capogiro che varrebbe diversi Recovery, ma purtroppo, secondo quanto ha riferito Ruffini, tutte quelle cartelle non sono altro che una montagna di atti inutili.

“Una rilevante parte di questo magazzino non è più riscuotibile – ha detto Ruffini – perché si riferisce a soggetti falliti, deceduti, nullatenenti e altro”. Secondo il direttore generale il “magazzino” sarebbe quindi “principalmente costituito da atti le cui aspettative di riscossione sono assai remote”.

Non solo, il “magazzino” è anche dannoso perché, costringendo l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a “ripetere azioni che non hanno la possibilità di sortire alcun effetto, impedisce l’efficienza e il buon funzionamento dell’azione amministrativa” non permettendo al fisco di concentrarsi su crediti più recenti ed con più probabilità di essere riscossi.

Le diverse “Rottamazioni” delle cartelle e le varie misure di “definizione agevolata dei debiti residui”, hanno ridotto il “magazzino” solo in “minima parte” benché “abbiano contribuito a sostenere i risultati della riscossione, non possono incidere significativamente sulla riduzione del volume complessivo dei crediti ancora da riscuotere” ha aggiunto Ruffini.

“Per dare una misura. Rispetto al 1.000 miliardi, la prima rottamazione ha inciso sul magazzino per circa 12,3 miliardi di euro, le altre 2 edizioni di definizione agevolata: “Rottamazione-bis”, “Rottamazione-ter” e l’istituto del “Saldo e Stralcio” potranno complessivamente interessare il magazzino “per circa 24,2 miliardi di euro” ha detto Ruffini.

Infine l’annullamento automatico di cartelle per importi residui fino a 1.000 euro “ha determinato una riduzione del magazzino di circa 32,2 miliardi di euro”.

Parlando poi della futura riforma del fisco, Ruffini è tornato a riproporre un nuovo meccanismo del sistema dei pagamenti per le partite Iva. A parere di Ruffini, bisognerebbe “superare l’attuale sistema di versamenti di acconti e salto e anche delle ritenute d’acconto per i professionisti e passare a un sistema per cassa. Così – ha sintetizzato – si tasserebbe solo quello che resta in tasca”.

Questo sistema “potrebbe interessare una platea di contribuenti via via più ampia a partire dagli operatori economici con strutture di impresa più elementari, attraverso il superamento del meccanismo degli ammortamenti e delle altre voci contabili rilevante per competenza”

(Maria Gabriella Giannice/ANSA)

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