Alitalia: polemica ristori, Mise invia richiesta a Ue

Tre aerei di Alitalia fermi sulla pista.
Tre aerei di Alitalia fermi sulla pista. (ANSA)

ROMA. – La lentezza nell’autorizzare gli indennizzi Covid destinati ad Atlialia non è colpa di Bruxelles: in realtà sul tavolo della Commissione Ue non è ancora arrivata nessuna notifica.

A chiarirlo è la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, che replica alle accuse sollevate nei giorni scorsi. E infatti nulla è ancora partito dal Ministero dello sviluppo economico, che invierà tutto domani.

A sollevare il polverone, le parole del commissario straordinario Giuseppe Leogrande che, nell’audizione di venerdì alla Camera, aveva puntato il dito contro i tempi di Bruxelles definendoli “incompatibili” con le esigenze di cassa. Dei 350 milioni previsti dal Dl Rilancio, la compagnia ha già ricevuto circa 199 milioni a fine settembre, 73 milioni il 31 dicembre e ora mancano i 77 milioni, da cui dipende anche il pagamento degli stipendi dei dipendenti della compagnia.

L’accusa di lentezza, però, viene respinta al mittente da Bruxelles: “Alitalia ha avuto quel tipo di risarcimento due volte, ho anche letto sui giornali che si aspettano una terza” tranche di ristori “ma non abbiamo alcuna notifica in sospeso su questo”, chiarisce Vestager.

E a stretto giro fonti del Mise spiegano che le richieste di indennizzi “verranno trasmesse domani” all’Ue: il commissario ha completato “il complesso iter procedurale” per il mese di novembre, si spiega, e seguirà l’invio per dicembre. Quindi è probabile che i restanti 77 milioni vengano divisi in due tranche.

Polemica rientrata, le vere novità potrebbero invece arrivare presto sul fronte degli aiuti di Stato. “Siamo quasi pronti per le decisioni sui diversi prestiti” concessi dallo Stato ad Alitalia, ha annunciato Vestager, ribadendo la necessità che la discontinuità tra la vecchia compagnia e la nuova Ita sia “reale”.

La newco e il suo piano industriale sono stati intanto al centro di nuove audizioni, sempre in forma riservata, in Commissione Trasporti alla Camera. I vertici Francesco Caio e Fabio Lazzerini avrebbero confermato il decollo il primo aprile, ma complice l’incertezza politica, cresce il dubbio che i tempi vengano rispettati.

E proprio alla luce delle parole ascoltate in audizione i deputati evidenziano un quadro preoccupante. Innanzitutto “non esiste un coordinamento in questa fase cruciale” tra la vecchia e la nuova società, denuncia Raffaella Paita, presidente della Commissione.

Al punto che il commissario “ci ha comunicato di aver ricevuto copia del nuovo piano industriale di Ita solo dalla nostra commissione”, aggiunge Luciano Nobili (Iv). In questa assenza di dialogo “la nuova compagnia voluta a tutti i costi nazionalizzata dal governo è già a rischio di fallire il suo compito”, evidenzia Giorgio Mulè (Fi). “Fortissima” è la preoccupazione anche della Lega “sul futuro della compagnia di bandiera e sulla società che dovrebbe raccoglierne l’eredità”.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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