Centrodestra lancia appello a Mattarella. Ma resta nodo Fi

Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini durante la manifestazione di piazza contro il governo.
In una foto d'archivio Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini durante la manifestazione di piazza contro il governo. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Il centrodestra denuncia le gravi falle che si sono aperte nel governo dopo il voto di ieri al Senato. Al termine dell’ennesimo vertice tra i leader, viene diffusa una nota congiunta in cui la situazione si definisce “insostenibile”.

Tuttavia l’opposizione si rende conto che deve aspettare le prossime mosse di Giuseppe Conte – rimpastino o nuovo governo – per capire meglio come calibrare la propria reazione. Anche la richiesta di andare al voto, inevitabilmente, perde aderenza con la realtà dopo che l’esecutivo ha comunque ottenuto la maggioranza.

Anche per questa ragione i leader del centrodestra non sono saliti oggi al Colle, probabilmente lo faranno domani, consapevoli che i margini di manovra del Presidente della Repubblica, in questa fase così fluida, non possono essere illimitati.

Ma quella è la strategia a medio periodo, quella a breve invece prevede puntellare in ogni modo la tenuta della coalizione. L’urgenza è lavorare per evitare che il centrodestra a Palazzo Madama perda altri pezzi nelle prossime settimane, soprattutto tra i senatori azzurri e centristi.

A quanto si è appreso, durante la riunione dei leader, Lega e FdI avrebbero pressato Silvio Berlusconi perché marcasse a dovere i suoi senatori, in modo che la fuga dei due senatori di ieri rimanga un episodio isolato e non l’inizio di una emorragia. Lo stesso Silvio Berlusconi ha definito il voto favorevole di Maria Rosaria Rossi al governo, in passato sua strettissima collaboratrice, qualcosa per lui di imprevisto e imprevedibile.

“Non sentivo la senatrice Rossi da molto tempo – è la tesi del Cavaliere esposta agli alleati – ma è stato un fulmine a ciel sereno: una cosa imprevedibile e inaccettabile, che non trova spiegazione. Non so cosa possano averle promesso”.

Ma a preoccupare l’opposizione sono anche i segnali che vengono dai senatori Udc, come Paola Binetti e Antonio De Poli. Nessun contatto – assicura la prima – con Conte o con la maggioranza. Tuttavia, lei stessa lancia un appello a “tutta la politica” perché dia risposte su temi importanti come “la famiglia, le politiche demografiche, gli incentivi fiscali alle famiglie numerose, l’assistenza ai disabili e la lotta alle malattie rare”.

“Ci sono fasce sociali deboli a cui non pensa nessuno. Questa dovrebbe essere la linea portante di una nuova politica. Su queste basi – apre Binetti – si può ragionare. Si tratta di valori trasversali, non solo di centro”.

Anche De Poli assicura che l’Udc non si presterà a “giochi di palazzo”, ribadendo il suo no al governo, già espresso ieri. Detto questo diffonde una nota in cui ricorda il suo sostegno all’appello delle 50 associazioni che si occupano di disabilità, chiedendo di prevedere “una linea di finanziamento di 500 milioni dedicata all’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità, nell’ambito del Recovery Plan”.

Nel frattempo, quasi a sottolineare l’impegno a favore della coalizione, Forza Italia rende noto che una deputata ex M5s, Veronica Giannone, lascia il gruppo Misto per aderire a quello azzurro. Ristabilendo così, almeno alla Camera, l’equilibrio dopo l’uscita di Renata Polverini.

(di Marcello Campo) (ANSA)

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