Immobiliare resiste al covid, la casa torna centrale

Portachiavi con una casa appoggiato su un mazzo di Euro.
Portachiavi con una casa appoggiato su un mazzo di Euro.

MILANO. – Il 2020 si chiude meglio del previsto per il mercato immobiliare italiano. I volumi totali in Italia hanno raggiunto circa 8,3 miliardi di euro, in calo del 33% rispetto al 2019 e del 15% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Con gli effetti della pandemia la casa è tornata centrale con un forte impulso verso una “domanda residenziale di qualità”.

Gli effetti del Covid-19 sul settore sono stati analizzati dai principali operatori immobiliari. Nel 2020 il settore immobiliare ha “retto, anche in ragione di misure di salvaguardia che hanno consentito di attenuare gli effetti sui bilanci delle famiglie”, spiega Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, nel corso del fórum Re Italy winter. Con il lockdown e le altre misure di contenimento la casa “continua ad essere il luogo centrale per la vita, il lavoro e il divertimento”, spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. Il tema della “qualità della vita nella casa – aggiunge – è stato affrontato in vari modi. Cresce, inoltre, una domanda residenziale di qualità”.

Nel 2020, secondo i dati diffusi da Jll, società di servizi professionali specializzata nel settore immobiliare, è andata bene alla logistica (+3% anno su anno), il settore degli alternatives (+45%), l’assistenza sanitaria (+57%) e il living. Office, Hotel e retail i settori che hanno subito più effetti della pandemia. L’anno appena concluso possiamo comunque “considerarlo positivo”, evidenzia Silvia Rovere, presidente di Confindustria Assoimmobiliare, che chiede al governo “maggiore attenzione perchè se guardo alla legge di bilancio e alla bozza del piano nazionale per la ripresa e la resilienza abbiamo ben poco da rallegrarci”. E sul tema degli affitti presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha ricordato che si trata di una “situazione sulla quale si è intervenuto in modo insufficiente”.

Fortemente penalizzato è il comparto dei centri commerciali. I fatturati hanno raggiunto un calo tra il “venti e il trenta per cento su base annua”, afferma Roberto Zoia, presidente del consiglio nazionale dei centri commerciali. In passato ci “eravamo orientati su divertimento e ristorazione – conclude – ma oggi sono due categorie sulle quali c’è un ripensamento. Guardiamo alle opportunità per il futuro”.

(di Massimo Lapenda/ANSA)

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