Tennis: positivi sono 10, tensione agli Open Australia

Novak Djokovic, nel balcone dell'albergo.
Novak Djokovic, nel balcone dell'albergo. AFP

ROMA. – Alta tensione agli Australian Open tra l’aumento di casi positivi al Coronavirus e le polemiche sulla lunga quarantena dei tennisti. Una situazione su cui pesa la presa di posizione del numero 1 Novak Djokovic, costretto come tutti gli altri atleti a restare nella sua camera d’albergo senza potersi allenare. Dopo aver chiesto un allentamento delle restrizioni il campione serbo ha portato avanti sui social la sua linea a difesa dei colleghi “rinchiusi” .

Djokovic ha pubblicato una lunga lettera in cui si difende dalle critiche per le sue richieste a Craig Tiley riguardo alla quarantena dei 72 atleti confinati nelle camere d’albergo a Melbourne. “Le mie buone intenzioni verso di loro sono state travisate” ha scritto Djokovic. Il numero 1 del mondo respinge le accuse di essere stato “egoista e ingrato. Non potrebbe essere più lontano dalla verità”.

Intanto altri due giocatori dell’Australian Open sono risultati positivi al Covid-19 e sale dunque a 10 il numero di contagi legati al torneo (poiché altre positività annunciate in un primo tempo sono state riclassificate come non infettive dalle autorità sanitarie). Il primo Slam dell’anno inizierà l’8 febbraio, con tre settimane di ritardo, ma i dubbi sul torneo restano molti. Al momento sono 72 i giocatori confinati in quarantena stretta (14 giorni) senza autorizzazione a lasciare la propria camera d’albergo, per essere stati in contatto con alcuni positivi nei voli per l’Australia.

“Un giocatore è stato bloccato perché è arrivato su uno dei voli in cui avevamo dei positivi – ha detto il Capo della Polizia dello Stato di Victoria, Lisa Neville -. Poi c’è un altro giocatore ed una persona del suo entourage”. Più di mille persone sono arrivate la scorsa settimana in Australia con 17 voli charter appositamente noleggiati e i primi casi sono stati registrati tra i passeggeri.

I media australiani hanno criticato i tennisti che si sono lamentati – e si lamentano – delle condizioni di quarantena degli hotel, considerandolo un atteggiamento egoistico poiché la città di Melbourne ha dovuto sopportare quattro mesi di lockdown duro fino allo scorso ottobre per arginare una seconda ondata epidemica. Da parte loro gli organizzatori del torneo insistono sul fatto che la maggior parte dei giocatori ha rispettato le condizioni senza problemi. Tra loro spicca però l’uscita di  Djokovic le cui immagini mentre si allena sul balcone dell’hotel hanno fatto il giro del mondo. “Alla luce delle recenti critiche sui media e i social network per la mia lettera a Craig Tiley (direttore dell’Australian Open), vorrei chiarire alcune cose.

Le mie buone intenzioni verso i miei colleghi a Melbourne sono state travisate, scambiate per egoiste, difficili, ingrate. Non potrebbe essere più lontano dalla verità. Mi preoccupo sinceramente degli altri giocatori, e capisco anche molto bene cosa muova il mondo, chi ottiene di più e perché”.

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