Coronavirus in Italia: la curva non decresce e risalgono i casi, 603 vittime

Apertura Hotspot drive-in per tamponi rapidi donato dall'associazione Specchio dei Tempi presso piazzale Caio Mario Park Camper GTT di corso Agnelli 190, Torino
Apertura Hotspot drive-in per tamponi rapidi donato dall'associazione Specchio dei Tempi presso piazzale Caio Mario Park Camper GTT di corso Agnelli 190, Torino, 19 gennaio 2021. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Le misure restrittive delle festività hanno evitato il boom ‘post-natalizio’ di casi Covid, ma l’epidemia nel nostro Paese è “ancora lontana dall’essere sotto controllo”: non ci sono al momento segnali di una decrescita significativa della curva dei contagi, che resta sostanzialmente stabile su numeri ancora troppo alti con 10.497 positivi, in risalita, segnalati dal bollettino odierno del ministero della Salute, mentre le vittime aumentano a 603.

Analizzando il trend epidemiologico in Italia, gli esperti invitano alla massima cautela spiegando che – ai fini di una lettura più precisa – andrebbe considerato l’andamento dei dati su base più ampia settimanale, poiché i dati giornalieri sono inevitabilmente soggetti a fluttuazioni.

La fotografia del bollettino quotidiano indica comunque casi e decessi nuovamente in crescita: 10.497 i test (molecolari e antigenici) positivi al coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Italia contro gli 8.824 del giorno prima, mentre i morti salgono da 377 a 603. Sono 254.070 i test effettuati, con il tasso di positività calato al 4,1% rispetto al 5,6% di ieri.

Quanto alla situazione degli ospedali, sono in calo di 57 unità i pazienti in terapia intensiva nelle ultime 24 ore. In totale i ricoverati in rianimazione sono ora 2.487. Anche i pazienti nei reparti ordinari sono in calo, di 185 unità rispetto a ieri, portando il totale a 22.699.

Questi numeri, afferma all’ANSA Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, “ci dicono che l’epidemia non è sotto controllo: la curva dei contagi non sta decrescendo in modo significativo e siamo tuttora in una situazione di grande circolazione del virus”.

Il tasso di positività, rileva, “è sostanzialmente stabile, a dimostrare che il virus continua a circolare sul territorio”.

E resta “molto preoccupante il dato sulla mortalità, che oggi fa registrare un incremento netto con 603 vittime che, in qualche modo, ‘attenua’ il dato relativo al calo dei ricoveri in terapia intensiva e reparti. Tale calo, infatti – chiarisce – potrebbe essere determinato proprio dal grande aumento dei soggetti deceduti”.

La situazione, avverte Andreoni, “resta dunque preoccupante” ed il quadro è “tanto più allarmante alla luce della riapertura delle scuole”. Il tasso di positività, spiega inoltre Giuseppe Arbia, professore di Statistica economica all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma, “ha cominciato a scendere da circa una settimana per tornare ai livelli che aveva al 25 dicembre.

Questo significa che vediamo ora un effetto di contenimento dovuto alle misure restrittive natalizie, senza le quali avremmo assistito in questi giorni ad un’esplosione di casi. Tuttavia, non ci sono ad oggi segnali di decrescita della curva, che si sta invece stabilizzando ma sempre su numeri elevati”.

Quindi, avverte, “abbiamo semplicemente ‘tamponato’ gli effetti disastrosi che avremmo potuto avere senza però fare passi avanti nella riduzione della curva”. Questa situazione di stabilità, secondo Arbia, non è da considerarsi positiva poiché i numeri restano alti e dunque non sostenibili:

“Ora, per abbassare in modo drastico la curva dei contagi è necessaria una misura forte come un lockdown generalizzato di un mese durante il quale intensificare le vaccinazioni, prevedendo ovviamente – afferma – adeguati aiuti economici mirati a quei settori che rischiano il default”.

Proprio ai fini della vaccinazione, inoltre, sarebbero 9,3 milioni gli italiani ad oggi entrati in contatto con il virus SarsCov2 secondo le stime costantemente aggiornata sul sito COVSTAT, curato dal gruppo di ricerca coordinato da Arbia.

Ciò significa, sottolinea l’esperto, che “per raggiungere l’immunità di gregge, fissata al 60% di copertura, dovrebbero essere vaccinati ancora 27 milioni di italiani”. Un traguardo per raggiungere il quale, conclude, “è però necessario velocizzare la campagna vaccinale, con l’auspicio di avere le dosi di vaccino sufficienti”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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