Davos: il clima in cima ai rischi più della pandemia

Il palazzo del Congresso a Davos. EPA/GIAN EHRENZELLER

ROMA. – Un disastro annunciato, di cui gli esperti avvisavano da 15 anni: la pandemia continuerà ad avere conseguenze economiche a geopolitiche da qui a un decennio, ma rappresenta anche l’opportunità ai leader mondiali di “svegliarsi” di fronte a un altro rischio globale altrettanto presente e altrettanto disastroso, il cambiamento climatico.

É l’allarme del Global Risk Report del World Economic Forum, un’analisi dei rischi globale  con cui l’organizzazione di Ginevra intende non solo vuol dare la sveglia, ma fare da catalizzatore per una mobilizzazione: “nel 2020 abbiamo visto diventare realtà il rischio di una pandemia, che questo report ha evidenziato fin dal 2006. Sappiamo quanto difficile, per i governi, le imprese e gli altri portatori di interessi, sia agire, ma qui c’è una lezione per tutti: ignorare quei rischi non li elimina”, avverte Saadia Zahidi, managing director del Forum.

Il report di quest’anno ruota attorno alla catastrofe del Covid-19, ma avverte che non è il solo elemento di fronte al mquale solo la cooperazione globale può evitare il peggio. Eventi come la pandemia “avranno conseguenze di lungo termine”, avverte Borge Brende, presidente del Wef. E  se sul fronte della pandemia, grazie alle vaccinazioni, si vede una luce in fondo al tunnel, “ci sono ancora i rischi enormi di un mondo polarizzato me fratturato”.

Il pensiero va all’attacco alla democrazia Usa visto a Capitol Hill due settimane fa. L’urgenza di un ritorno al multilateralismo, alla cooperazione globale, dopo a sconfitta di Donald Trump da parte di Joe Biden, sarà uno temi dominanti della Davos Agenda, il summit globale che si svolgerà dal 25 al 29 gennaio e in cui il gotha del potere politico e finanziario, anziché riunirsi come da tradizione fra le nevi elvetiche, dovrà causa Covid accontentarsi di panel e riunioni virtuali.

Tutto il rapporto sui rischi è un appello alla cooperazione globale, e l’allarme di un “collasso dello Stato” evocato dagli eventi americani figura al secondo posti nei rischi percepiti di lungo termine, in un orizzonte di 5-10 anni, preceduto soltanto dalle armi di distruzione di massa.

Più imminenti, nella percezione degli intervistati dal Panel del Wef, sono i rischi che riguardano le malattie infettive, al primo posto; i mezzi di sussistenza, con il drastico aumento della povertà causato dalla pandemia; gli eventi climatici, la cybersecurity, al diseguaglianza digitale. Scenari seguiti, a medio termine, da bolle finanziarie, collassi delle infrastrutture di rete, rischi economici come crisi del debito.

In realtà, la scala effettiva dei rischi globali è un po’ diversa: in termini di probabilità, eventi climatici estremi sono al primo posto dei rischi imminenti, seguiti da un fallimento nell’azione contro il cambiamento climatico, disastri climatici e solo al quarto posti dalle malattie infettive.

Queste ultime sono al primo posto nella classifica dei rischi in termini di impatto, dove seguono, di nuovo, l’inazione di fronte al cambiamento climatico. Per Davos, che ha ospitato alcuni degli eventi più mediatici dell’iniziativa di Greta Thunberg e che conta sul ritorno degli Usa negli accordi di Parigi, l’azione sul clima è decisiva per fronteggiare scenari distruttivi come il Covid.

(di Domenico Conti/ANSA)

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