Crisi Governo, Conte: “Politica per gente o rischio rabbia”

Il premier Giuseppe Conte in aula del Senato durante le comunicazioni del presidente del Consiglio sulla situazione politica in atto,
Il premier Giuseppe Conte in aula del Senato durante le comunicazioni del presidente del Consiglio sulla situazione politica in atto, Roma, 19 gennaio 2021. ANSA/ALESSANDRO DI MEO/POOL

ROMA. – Giuseppe Conte si presenta puntuale nell’Aula del Senato per il voto clou, che deciderà la vita e lo stato di salute della maggioranza. Nell’aula, dove ci sono gli ormai ex alleati Matteo Salvini e Matteo Renzi, il premier ricalca il discorso di ieri alla Camera ma accentua l’appello ai volenterosi e la necessità di un governo solido, consapevole che “i numeri sono importanti e questo è un passaggio fondamentale”.

Aula piena come nelle grandi occasioni, arriva anche la senatrice a vita Liliana Segre, accolta da applausi in piedi dei senatori della maggioranza. Il suo voto, come quello degli altri senatori a vita presenti, sarà determinante.

L’intervento del premier si apre con l’omaggio a Emanuele Macaluso, “un grande protagonista della vita politica e culturale italiana”. Ma subito dopo Conte parte dalla difesa dell’azione del suo governo, con la sottolineatura rivolta a Iv, che “le opere” del dl semplificazioni “non si sono mai fermate e i cantieri sono aumentati”.

Il premier, davanti a Renzi, conferma che il rapporto è rotto: “Vi assicuro che è complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza”.

Si volta pagina. Conte conferma la vocazione europeista e atlantica, “lavoreremo subito con Biden”. E accentua molto il lavoro fatto per il meridione. “Ora bisogna rimarginare la ferita della crisi”, sostiene Conte chiedendo aiuto ai volenterosi e ribadendo la necessità anche di una legge proporzionale, “il maggioritario creerebbe instabilità” e di una riforma “meditata” del Titolo V.

Come ieri, il premier chiude citando l’appello di Mattarella alla responsabilità e fiducia, accolto da un lungo applauso della maggioranza e brusii dell’opposizione. I primi interventi, di Pier Ferdinando Casini e di Mario Monti a favore del sì, fanno sperare il governo. Ma il socialista Riccardo Nencini ancora non si sbilancia: “Valuteremo”.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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