Governo: la crisi corre, il no del Pd ai ‘responsabili’

Matteo Renzi, durante una trsmissione di Porta a Porta, sullo sfondo il premier Giuseppe Conte.
Matteo Renzi, durante una trasmissione di Porta a Porta, sullo sfondo il premier Giuseppe Conte.. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – “Confido che alla fine la politica prevalga”, “le mie dimissioni sono lo spazio perché si apra finalmente questo tavolo” di legislatura. Sono le parole con cui l’ex ministra Iv Elena Bonetti apre la giornata tentando di mettere un argine ad una crisi che ormai invece galoppa e affida alle decisioni dei partiti il suo esito finale. Che il Capo dello Stato Sergio Mattarella pretende sia rapido.

Giuseppe Conte sembra orientato a non dimettersi e ad andare in Parlamento. E lì lo chiama oggi il presidente della Camera Roberto Fico, che accoglie la richiesta delle opposizioni sposata dalla maggioranza e chiosa: “Quest’aula non è e non può essere indifferente a quanto sta succedendo”.

Convocate in mattinata le capigruppo di Camera e Senato, e alle 14 un vertice del centrodestra che invoca le dimissioni del premier, la parola va ai partiti. Il M5s fa quadrato attorno a Conte ed esclude l’epilogo del voto. Il Pd vede invece il rischio concreto che la crisi finisca con il voto anticipato a giugno. Nicola Zingaretti riunisce i dem in mattinata e sembra voler sbarrare la strada ai cosiddetti responsabili: non ci sono, è l’analisi di queste ore.

Ma intanto la ricerca dei responsabili è in atto, con l’Udc pronto a cedere il simbolo per aggirare le nuove norme regolamentari sulla formazione di nuovi gruppi. Il Colle è stato chiaro: no a soluzioni “raccogliticce”. Alle 20 è convocato un nuovo cdm per lo scostamento di bilancio che il premier – pronto all’interim delle due ex ministre IV – dovrà poi portare in Parlamento conquistando tempo. Cinque sei giorni decisivi per Conte.

(di Milena Di Mauro/ANSA)

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