Scoglio rimpasto. Nodi su delega Recovery e Servizi

Una veduta di Palazzo Chigi durante la riunione di verifica di Governo con la delegazione di Italia Viva, Roma
Una veduta di Palazzo Chigi durante la riunione di verifica di Governo con la delegazione di Italia Viva, Roma, 17 Dicembre 2020. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Mini-rimpasto, rimpasto corposo o addirittura un Conte ter: passa da un ritocco alla compagine ministeriale la prosecuzione della legislatura, dopo che anche il premier Conte si è detto disponibile a “rafforzare la solidità della squadra di governo”.

Una promessa che dovrebbe avverarsi di pari passo con la verifica sulla costruzione della nuova agenda di governo e sul patto di legislatura ma che potrebbe iniziare a prendere corpo già dalla prossima settimana. Qualcosa già si muove se è vero, come dicono alcuni esponenti ministeriali, che al ministero dell’Interno la “tecnica” Lamorgese avrebbe già iniziato a predisporsi per un’eventuale trasloco.

Partirebbe insomma da lì, il via al più classico dei sudoku sul toto-nomine. Che ha, ovviamente, alcune strettoie da rispettare: favorire la rappresentanza nell’esecutivo di Italia Viva senza mortificare le altre forze di maggioranza. Ma anche non penalizzare in modo disonorevole l’equilibrio di quote rosa nell’esecutivo.

Se la ministra Lamorgese dovesse perdere il suo incarico, le ipotesi vedono al suo posto il collega Lorenzo Guerini che a sua volta lascerebbe libera la poltrona della Difesa: sarebbe questa la prima concessione a Italia Viva che punterebbe a questo incarico anche con un occhio alle ambizioni di Matteo Renzi alla Nato. Iv potrebbe indicare per l’incarico o Maria Elena Boschi o Ettore Rosato.

Una delle altre caselle di rilievo a cui il rimpasto dovrebbe dare una risposta è quella dei Servizi: Conte si sarebbe infine deciso a delegare una persona di fiducia che potrebbe essere il sottosegretario alla Presidenza Mario Turco, professore e senatore eletto con il M5s. Per questa casella si fa però anche il nome del segretario generale di palazzo Chigi Roberto Chieppa, e non si esclude neppure che possa andare alla Lamorgese.

E ancora per restare sui posti chiave dell’esecutivo c’è l’ipotesi dell’incarico per la delega sul Recovery, soluzione offerta dalle regole europee in alternativa alla struttura di missione. E’ una soluzione su cui spingerebbe il Pd che, tra gli altri, potrebbe indicare per l’incarico l’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Il suo nome circola anche per un incarico di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ruolo per cui gira anche il nome di Goffredo Bettini.

Un’altra casella che dovrebbe liberarsi è quella del sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto, in corsa per un incarico all’Ocse. I 5 Stelle intanto fanno muro: il sottosegretario Manlio Di Stefano ha ribadito che nessuno di loro “è sacrificabile”. Nunzia Catalfo e Lucia Azzolina al momento quindi resistono, anche per non sguarnire troppo le quote rosa, ma non è detto che valga lo stesso per la titolare dell’Innovazione Paola Pisano.

In bilico resta invece Paola De Micheli: per le infrastrutture circola il nome di Graziano Delrio, nonostante lui abbia smentito di essere interessato ad entrare nel governo. Proprio per l’equilibrio di genere, in ogni caso, questa casella potrebbe rimanere ad una donna del Pd. Infine salgono le quotazione per un Conte ter, sui cui insiste il leader di Iv che non si è mai detto favorevole ad un mini-ricambio: in questo caso sarebbe da mettere in conto anche l’ingresso di Matteo Renzi.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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