Colombia: altro ex militante Farc ucciso, sono 252 dal 2016

Ex guerriglieri delle Farc arrivano in "pellegrinaggio" a Bogotá in un immagine d'archivio.
Ex guerriglieri delle Farc arrivano in "pellegrinaggio" a Bogotá. Foto d'archivio. (Ansalatina)

 

BOGOTÁ. – Nelle stesse ore in cui l’Onu diffondeva un preoccupante rapporto sulla violenza in Colombia, in particolare contro ex guerriglieri e attivisti, il partito nato sulle ceneri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) ha annunciato l’uccisione dell’ennesimo ex militante che ha abbandonato le armi dopo gli Accordi di pace del 2016.

Si tratta di Diego María Yule Rivera, 39 anni, che durante la lotta armata era conosciuto come “Cristian Ramírez”, e che è stato ucciso ieri a Cali, nel dipartimento del Valle del Cauca, che era sopravvissuto ad un precedente attentato.

Via Twitter il partito Farc ha manifestato dolore per l’accaduto e ricordato che dal 2016 sono 252 gli ex militante uccisi, tre solo nella prima settimana del 2021.

“Che dolore lancinante questo, non vogliamo – si dice infine – continuare a seppellire i nostri compagni sotto lo sguardo complice di un governo che vuole distruggere la pace”.

In quattro anni dalla firma della pace tra il governo colombiano e le Forze ármate rivoluzionarie della Colombia (Farc), almeno 248 ex combattenti del gruppo guerrigliero smobilitato sono stati assassinati, secondo l’ultimo rapporto della Missione delle Nazioni Unite nel Paese, che sarà presentato al Consiglio di Sicurezza il 21 gennaio.

Del totale degli omicidi, 73 sono stati registrati nel 2020, un anno tragico anche per i difensori dei diritti umani e i leader comunitari in Colombia.

“La principale minaccia all’attuazione dell’Accordo finale continua ad essere la persistenza della violenza contro le migliaia di uomini e donne che hanno lasciato le armi volontariamente e in buona fede e sono impegnati per la pace”, ha avvertito lo studio pubblicato questo giovedì a Bogotà.

Secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, negli ultimi quattro anni sono stati uccisi 378 difensori e leader comunitari in Colombia. Del totale, 53 crimini sono stati perpetrati l’anno scorso. Il dato Onu è molto inferiore a quanto emerso dal monitoraggio svolto dall’ong colombiana Istituto per lo sviluppo e gli studi sulla pace (Indepaz), che ha documentato l’assassinio di 310 leader e difensori dei diritti umani solo lo scorso anno.

Secondo il rapporto, il rischio maggiore per gli ex guerriglieri è in tre dipartimenti: Meta, Caquetá e Guaviare (parte meridionale del Paese), dove i loro ex compagni d’armi hanno scelto di minacciarli, ostacolare i loro progetti produttivi e sabotare le loro “iniziative politiche e sociali”.

Il rapporto ribadisce la richiesta al governo ea tutti gli enti statali di rispondere in “maniera tempestiva ed efficace” ai “rischi individuati nei preallarmi” emessi dall’Ufficio del Difensore civico, quale meccanismo affidabile per ridurre la violenza contro gli ex combattenti.

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