Le 12 ore che hanno sconvolto l’America

Scontri fra simpatizanti di Trump e la polizia davanti al Capitol Hill.
Scontri fra simpatizanti di Trump e la polizia davanti al Campidoglio. (AFP/ Joseph Prezioso ) AFP)

NEW YORK. – “Avremo un presidente illegittimo, non possiamo permetterlo”: è da poco passato mezzogiorno del 6 gennaio quando Donald Trump parla ai sostenitori del comizio “Save America” incitando a una prova di forza per rovesciare la vittoria di Joe Biden. Ecco il film della giornata che ha sconvolto l’America, quando una folla di facinorosi ha assaltato Capitol Hill.

13.55 – La polizia del Capitol evacua uffici mentre migliaia di ultras trumpiani circondano il Campidoglio;

14.20 – Da un’ora circa è in corso la seduta delle Camere per certificare la vittoria di Joe Biden. Il repubblicano Ted Cruz chiede di contestarla, ma i primi facinorosi sono già entrati rompendo le finestre del piano terra e aprendo le porte ai compagni. “Deputati, state calmi”, chiede la polizia del Capitol, ma scoppia il caos e il dibattito viene sospeso. Ai parlamentari viene chiesto di mettere le maschere anti-gas. La sindaco di Washington ordina il coprifuoco: scatterà alle 18;

14.45 – Deputati e senatori vengono evacuati in una “location sicura”. Trump twitta: “Siate pacifici”, ma ribadisce che l’elezione gli è stata “rubata” e non chiede il ritiro dei manifestanti.

15.00 – I suoi sostenitori entrano nell’aula del Senato. Uno sale sul podio e grida “Trump ha vinto”. Decine girano per corridoi e uffici urlando: “Dove sono?”. Crescono le pressioni bipartisan sul presidente: chieda il ritiro dei suoi da Capitol Hill.

15.15 – Il capo del Pentagono Miller taglia fuori Trump dalla catena di comando: parla direttamente con il numero due Pence e i leader del Congresso sull’impiego della guardia nazionale.

15.30 – Ashli Babbitt, una veterana dell’Air Force e seguace di QAnon, viene ferita: morirà tre ore più tardi in ospedale.

16.05 – Pence chiede ai trumpiani di lasciare il Capitol. Cinque minuti dopo parla Biden: l’assalto è una “minaccia alla democrazia senza precedenti”. Poi Trump: “Andate a casa”, ma anche: “Vi amo, siete speciali”.

17.50 – La polizia annuncia che il Capitol è sicuro. Ma ci vorranno un paio d’ore per sgomberare gli ultimi facinorosi e rimuovere le bandiere pro-Trump lasciate nel complesso.

18.25 – Trump torna su Twitter per giustificare l’occupazione: “Cose che capitano quando una sacra vittoria elettorale a valanga ci viene viziosamente rubata”. Il suo account viene bloccato per 12 ore.

18.30 – Dalla Casa Bianca arrivano notizie di dimissioni: prima Stephanie Grisham, capo dello staff di Melania, ma ci stanno pensando il Consigliere per la sicurezza nazionale Robert O’Brien, il suo vice Mark Pottinger e Elaine Chao, ministro dei Trasporti e moglie di Mitch McConnell.

20.00 – Riprendono i lavori delle Camere mentre parlano gli ex presidenti George W. Bush (“repubblica delle banane”) e Barack Obama (“un momento di vergogna per la nazione”). La polizia fa il bilancio: una cinquantina di arresti, una quindicina di feriti tra le forze dell’ordine, quattro morti.

3.00 del 7 gennaio – Mike Pence finalmente certifica la vittoria di Biden. Trump, in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca, promette una “transizione ordinata”.

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