Solo il 25% di vaccini fatti, in arrivo altre 470mila dosi

Al via le vaccinazioni nella Asl di Pescara
Al via le vaccinazioni nella Asl di Pescara, 2 gennaio 2021. ANSA/LORENZO DOLCE

ROMA. – In tutto il Paese poco più di un quarto delle dosi di vaccino a disposizione sono state somministrate. E le altre 470mila, pronte ad arrivare nelle prossime ore, resteranno nelle celle dei centri di somministrazione ancora per un po’. La campagna vaccinale prosegue tra criticità, polemiche e possibili rimpasti in regione Lombardia (ancora al 5% di dosi utilizzate).

Tra le regioni fanalino di coda c’è anche la Calabria (ferma al 3,5%), dove si cercano specializzandi farmacisti e mancano strutture e siringhe di precisione. Nonostante tutto l’Italia è ancora seconda dietro la Germania, con oltre 122mila somministrazioni, e i risultati al momento sono al di sopra della media mondiale.

Oltre agli operatori sanitari, la fase 1 comprende la vaccinazione degli ospiti della Rsa. Su questo aspetto nuove norme sono in arrivo: qualora un paziente non in condizione di esprimere il consenso libero alla somministrazione sia privo di un tutore legale, sarà il giudice tutelare a rinviare al direttore sanitario o responsabile medico la decisione della somministrazione.

Sul fronte politico, resta sotto i riflettori il caso della Lombardia ed a fare le spese della ‘falsa partenza’ della regione potrebbe essere l’assessore alla Salute, Giulio Gallera, finito nella bufera per aver giustificato i ritardi nelle somministrazioni per le ferie dei medici.

“Nei prossimi giorni si corre, quando le cose saranno fatte lo saprete”, commenta il leader della Lega Matteo Salvini sull’ipotesi di un confronto con il governatore lombardo, Attilio Fontana, per parlare di un’eventuale rimpasto di giunta.

Ma nella regione si potrà arrivare a fare 20 mila vaccini al giorno, assicura il responsabile della campagna vaccinale della Regione, Giacomo Lucchini, spiegando che “la Lombardia ha certamente una macchina complessa, che per le 65 strutture significa poter somministrare 10 mila dosi di vaccino al giorno e, in prospettiva, con anche le Rsa e gli altri punti, arrivare a picchi di 20 mila somministrazioni al giorno”.

In Calabria invece le strutture sono alle prese con la ricerca di ambulatori dove poter effettuare le somministrazioni mentre le Asl hanno pubblicato ‘manifestazioni di interesse’ per arruolare specializzandi farmacisti per accelerare la vaccinazione. Gli ospedali invece hanno un disperato bisogno di siringhe di precisione, che si stanno cercando anche nelle farmacie convenzionate all’interno della regione.

A denunciare “pasticci sulle siringhe” è anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che accusa: “ci hanno mandato quelle sbagliate e stiamo usando le nostre, ancora non si sa quanto personale hanno arruolato (e hanno voluto farlo loro per forza) e il sistema informatico per il censimento dei vaccinati lo stanno studiando ora”.

E anche regioni particolarmente virtuose, come la Toscana, chiedono “più dosi, perché la nostra è una macchina da guerra, siamo in grado di somministrarne molti di più di quelli che ci hanno mandato fino a ora”. La Fondazione Einaudi propone invece di valutare anche vaccini a pagamento, per “diminuire la velocità di contagio”.

Le vaccinazioni procedono a singhiozzo ma nuove scorte, almeno al momento, saranno già puntualmente a disposizione. Nelle prossime ore arriveranno nei 294 punti del Paese altre 470mila dosi della Pfizer Biontech. Si tratta della seconda tranche delle spedizioni destinate all’Italia, che in questa prima fase ha diritto a 3,4 milioni di dosi.

E dall’Umbria arriva una sollecitazione al Governo nazionale “affinché le persone con disabilità possano essere ricomprese all’interno delle categorie che potranno accedere, con la massima priorità, alla somministrazione del vaccino, a prescindere dal dato anagrafico”.

Al Viminale è stato definito anche il piano di sicurezza sulla scorte e la sorveglianza delle fiale, durante la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

Saranno i prefetti a definire – nelle riunioni del Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica allargato alla partecipazione delle autorità sanitarie competenti – le misure ritenute maggiormente idonee a garantire la sicurezza del trasporto presso i siti indicati dalle Regioni per le vaccinazioni.

Sono state inoltre pianificate apposite misure di sicurezza presso gli stessi siti di stoccaggio e somministrazione dei vaccini, anche “attraverso l’eventuale ricorso alla partnership pubblico-privata e ai sistemi di sicurezza passiva, a supporto del dispositivo di vigilanza”.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)

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