Sindacati: prorogare stop licenziamenti oltre marzo

Una manifestazione di Cgil, Cisl e Uil. (Archivio/Ansa)
Una manifestazione di Cgil, Cisl e Uil. Immagine d'archivio.(Ansa)

ROMA.  – Il blocco dei licenziamenti va prorogato oltre l’attuale scadenza del 31 marzo e la cig Covid estesa ulteriormente: i sindacati tornano in pressing sul governo affinché metta di nuovo mano alla rete di protezione per i lavoratori evitando l’esplodere di “un’emergenza sociale”, dopo le parole della ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, che in un’intervista a “La Repubblica” apre ad “un ragionamento” sulla possibilità di allungare lo stop ai licenziamenti e la cig Covid per le aziende “in forte crisi”.

Per Cgil, Cisl e Uil la proroga è necessaria e va prevista per tutti, senza soluzioni “selettive”. Così come andrebbe valutata una Naspi-Covid, una indennità di disoccupazione ad hoc, più lunga e senza il decalage che ora scatta dal quarto mese in poi.

Con la legge di Bilancio la cassa integrazione Covid, gratuita per le aziende, è stata incrementata di 12 settimane, con uno stanziamento di ulteriori 5 miliardi di euro, ed il blocco dei licenziamenti prorogato fino al 31 marzo 2021.

“Allungare gli ammortizzatori sociali Covid per tutti i settori dove sia necessario e valutare la proroga del blocco dei licenziamenti: questo non è tabù, anzi credo sia necessario per evitare che alla fine di marzo si determini un’emergenza sociale che non possiamo permetterci. La priorità è la tenuta di occupazione e reddito e la creazione di nuove opportunità di lavoro”, sostiene la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti.

Per questo, dice, sarebbe “importante che si aprisse da subito un confronto con le parti sociali, guardando al trend di evoluzione della pandemia e cercando di capire se ci sarà un prolungamento dello stato di emergenza”, oltre il 31 gennaio.

Dello stesso avviso la Cisl, che con il segretario generale aggiunto, Luigi Sbarra, “torna a chiedere immediatamente la proroga del blocco dei licenziamenti oltre il 31 marzo in ragione della pesantezza dell’emergenza sanitaria, della crisi economica e sociale e del vuoto progettuale su politiche attive e ammortizzatori sociali”.

E, avverte, “siamo contrari a soluzioni ‘selettive’: si tratta di tenere tutti i lavoratori agganciati al tessuto produttivo e di dare continuità per tuttoil 2021 a indennità e cassa integrazione Covid per tutte le aziende e tipologie contrattuali”. Inoltre, aggiunge, è “indispensabile coinvolgere la più ampia platea possibile nella riforma della Naspi, che deve essere allungata a 36 mesi senza decalage”.

Un aspetto che rilancia anche la Uil, insieme alla richiesta di prolungare cig Covid e blocco dei licenziamenti: “In attesa di una completa riforma degli ammortizzatori sociali, bisogna prevedere una Naspi-Covid che duri di più” rispetto all’attuale tetto di 24 mesi, “senza decalage e che copra anche chi ha pochi contributi”, afferma la segretaria confederale Ivana Veronese, puntando l’attenzione anche sulla necessità di “istituire politiche attive”.

Veronese fa anche il punto sulla copertura garantita durante l’emergenza sanitaria: con oltre 3,7 miliardi di ore autorizzate per la cig con causale Covid e gli assegni dei fondi di solidarietà dall’inizio di aprile alla fine di novembre, secondo gli ultimi dati Inps, stima che siano stati tutelati più di 2,7 milioni di posti di lavoro.

Il tavolo di confronto sulla riforma degli ammortizzatori sociali, intanto, riparte la prossima settimana: Catalfo ha convocato per venerdì 15 gennaio i sindacati e le associazioni datoriali e per martedì 19 gennaio le associazioni di categoría per affrontare invece la parte che riguarda il lavoro autonomo.

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