Confindustria: allarme debito per imprese, raddoppia

Dipendenti indossano mascherine e guanti protettivi a prevenzione della diffusione del Covid-19, durante il turno di lavoro, presso lo stabilimento industriale di packaging farmaceutico Eurpack di Aprilia,
Dipendenti indossano mascherine e guanti protettivi a prevenzione della diffusione del Covid-19, durante il turno di lavoro, presso lo stabilimento industriale di packaging farmaceutico Eurpack di Aprilia, Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA.  – Dai prestiti per l’emergenza Covid arriva una possibile minaccia per il debito delle imprese. Il centro studi Confindustria indica che il peso del debito delle aziende raddoppierà, nel 2021, rispetto a prima della crisi, per l’industria così come per i servizi, a seguito dei 150 miliardi di euro di finanziamenti emergenziali erogati per far fronte alla crisi.

“Il servizio del debito, nella situazione attuale, prosciuga le risorse interne disponibili”, afferma il Csc, che vede a rischio i nuovi investimenti necessari per la ripresa.

“Senza interventi di policy mirati a rafforzare la situazione finanziaria delle imprese (in primis, un allungamento della durata del debito) e senza un solido recupero di fatturato e cash flow dal 2021, in quasi tutti i settori di industria e servizi l’eccesso di indebitamento mette a rischio il flusso di nuovi investimenti produttivi in Italia”, scrive il centro studi.

Il peso del debito, misurato in anni di flusso di casa necessari per ripagarlo, nell’ipotesi astratta di destinare a questo scopo tutte le risorse, è un indice della sostenibilità dell’indebitamento che, in molti comparti, è cresciuto “troppo”, secondo l’analisi del Csc, che parla di debito “insostenibile” nel 2020 in settori come il commercio, l’alloggio e la ristorazione, ma anche il noleggio e i servizi alle imprese.

Nel nuovo anno, la situazione è descritta come ancora “tesa, pur se meno critica”. Più nello specifico, nel 2021, nella manifattura, ci vorranno 5,4 anni di cashflow per ripagare il debito, più del doppio del tempo che sarebbe servito nel 2019 (2,2 anni). E anche nei servizi gli anni necessari a ripagare i finanziamenti passeranno dai meno di 2 anni del periodo pre-crisi a quasi 4, dopo essere schizzati fino a 11,2 anni nel 2020. Tempistiche analoghe contraddistinguono anche le mcostruzioni (3,7 anni nel 2021).

Le previsioni di viale dell’Astronomia indicano anche, per l’anno in corso, una risalita solo “parziale” dei fatturati.  Per ml’industria è atteso un recupero del 9,8% in media, dopo il ,-14,5% del 2020, e per i servizi una crescita dell’8%, dopo -13,2%.

In questo scenario, rispetto al 2019 l’indebitamento resterebbe “molto più pesante nel 2021. Sia perché il debito è più alto, sia perché il cash flow è più basso”. Gli ultimi dati disponibili, relativi ad ottobre 2019, mostrano un balzo del credito bancario alle imprese italiane del 7,4% rispetto all’anno precedente.

di Chiara Munafò/ANSA)

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