Quasi 100mila vaccinati, ma la lentezza preoccupa il Governo

Operazioni di vaccinazione presso l'ospedale San Camillo Forlanini a Roma.
Operazioni di vaccinazione presso l'ospedale San Camillo Forlanini a Roma. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Verso i centomila vaccinati in Italia in una settimana, con il lavoro dei medici a velocità variabile a seconda delle regioni. Prosegue tra perplessità e polemiche la campagna vaccinale della Fase 1 in Italia (che con oltre 84mila vaccinati è al secondo posto in Europa, dietro alla Germania, per numero di somministrazioni).

Ad attaccare il Piano vaccini messo a punto dagli esperti e dal Commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri, è anche la ministra per l’Agricoltura, Teresa Bellanova, che parla di “insufficienza e poca chiarezza”. Ma i ritardi e le problematiche legati alla mancanza di medici, al personale sanitario in ferie e alla carenza di siringhe di precisione mettono in apprensione anche altri membri dell’Esecutivo e i tecnici, che hanno manifestato preoccupazione proprio nel corso vertice di Governo tenuto dal premier Giuseppe Conte, con i capigruppo della maggioranza, il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, e i membri del Comitato Tecnico Scientifico.

Sotto i riflettori è finita la Lombardia: con il suo 3% di vaccinazioni effettuate rispetto alle dosi ricevute è ancora nella parte bassa della classifica sulle somministrazioni. Quella graduatoria è “agghiacciante”, tuona l’assessore alla Salute della Lombardia, Giulio Gallera – “per non parlare – aggiunge – di quelle regioni che hanno fatto la corsa per dimostrare di essere più brave di chissà chi. Noi siamo una regione seria”.

Ma il suo stesso partito, la Lega, gela l’assessore specificando che le sue dichiarazioni “non sono state condivise e non rappresentano il pensiero del governo della Lombardia”. I sette governatori del Carroccio, da Fontana a Zaia passando anche per quelli di Sardegna, Friuli, Calabria, Umbria e Trentino – chiedono in coro di “garantire subito quanto promesso dal governo: personale sanitario per effettuare le vaccinazioni” per non rischiare “di mettere ulteriormente sotto stress un sistema già stremato”.

Un monito arriva anche da Toti Amato, componente del direttivo della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, il quale sottolinea “la necessità e l’urgenza di vaccinare tutti i medici e chi lavora nella sanità a strettissimo contatto con i cittadini e i pazienti. Certo è – aggiunge – che non si può procedere in ordine sparso, con il passa parola o utilizzando liste appese alle porte che creano inevitabilmente assembramenti e attese snervanti”.

C’è anche chi come il governatore Nicola Zingaretti, con il Lazio che svetta in classifica tra i territori virtuosi, commenta soddisfatto: “siamo tutti e tutte impegnati con numeri nella nostra Regione davvero ottimi”. Resta un’incognita l’arrivo dei vaccini, almeno nel timing stabilito nelle scorse settimane.

Da più parti si paventa un ulteriore slittamento dei tempi per la fase della vaccinazione di massa, che prevedeva date di consegna dei colossi farmaceutici non più avvenute proprio perché le fasi di sperimentazioni delle varie aziende non sono complete.

Ma il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, assicura: “verosimilmente, nel corso del primo semestre del 2021 progressivamente tutti i vaccini saranno disponibili, mentre la campagna andrà avanti per tutto l’anno”. La macchina del Piano prosegue anche sul fronte della custodia e della scorta alle dosi.

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, presiederà nelle prossime ore un Comitato Nazionale convocato “per un esame delle questioni di sicurezza ed ordine pubblico attinenti l’attuazione della campagna di distribuzione delle dosi vaccinali”.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)

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