Partita Recovery Plan entra nel vivo,Renzi alza la posta

Via libera della Camera alla manovra: il voto finale ha ottenuto 298 sì, 125 no e 8 astenuti,
Via libera della Camera alla manovra: il voto finale ha ottenuto 298 sì, 125 no e 8 astenuti, 27 dicembre 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Il primo ok alla legge di bilancio 2020 arriva sotto gli occhi di Giuseppe Conte, presente in Aula a Monetcitorio, e nel segno di una pre-crisi di governo che, nei corridoi dei Palazzi romani, nessuno ormai esclude più. I primi giorni di gennaio, secondo il tam tam che circola in queste ore, potrebbero essere quelli in cui Matteo Renzi metterà in pratica quello che sembrerebbe andar dicendo ai suoi: il Conte-bis è finito.

E la pre-crisi rischia di mettere in secondo piano perfino la partita del Recovery Plan, che nelle prossime ore entrerà nel vivo con le osservazioni che il capo del governo riceverà dalle forze di maggioranza. M5S, Pd, Italia Viva e Leu presenteranno i propri pacchetti di proposte. Solo dopo il premier potrebbe riconvocare la maggioranza. Non prima di martedì, quindi. E il Consiglio dei ministri per il via libera al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che Conte vorrebbe tenere entro l’anno, potrebbe invece slittare ai primissimi giorni del 2021.

Il Pd, a quanto si apprende, consegnerà le proprie osservazioni probabilmente nella giornata di domani. Green, innovazione, Sud e sanità saranno alcuni dei punti chiave del documento nel quale si chiederanno fondi agli asili nido e alle infrastrutture sociali, alla cultura e al commercio, con un focus anche sui temi della parità di genere e dell’istruzione, considerati “centrali”. Il Pd tornerà infine a chiedere una riforma del lavoro – in particolare di ammortizzatori sociali e politiche attive – da mettere in campo prima della fine del blocco dei licenziamenti.

Anche il M5S (dove tra i parlamentari serpreggia malumore per la mancata collegialità da parte dei ministri) presenterà il suo pacchetto – con proposte che andranno dal Green al superbonus fino al 2023 – ma è sulle osservazioni di Iv che, chiaramente, la tensione tornerà ad alzarsi.

Sul timing i renziani nicchiano. “Magari lo inviamo alle 2 di notte”, ironizza una fonte di Iv ricordando la prima bozza del Recovery. Il pacchetto conterrà decine di osservazioni in una trentina di pagine nelle quali Iv ribadirà, ad esempio, il suo no alla Fondazione per la cybersecurity prevista nei 52 progetti della bozza del Recovery Plan. Un piano che, non solo negli obiettivi ma anche nei saldi è destinato quindi a cambiare sensibilmente con un prevedibile rafforzamento di risorse sulla sanità, conditio sine qua non, per Conte, per evitare il nodo Mes.

Eppure l’aria di pre-crisi che si respira anche nella domenica post-natalizia alla Camera va oltre il Recovery Plan. Il rimpasto, a taccuini chiusi, nella maggioranza è dato come assodato. Anzi, il punto sembra quasi superato. “Il Conte bis è finito, vediamo se ci sarà un Conte-ter”, confida più di un parlamentare pentastellato chiedendosi: “è se al momento della richiesta di fiducia da parte di Conte non sia Iv o FI a spaccarsi?”.

Difficilmente Renzi farà marcia indietro. “Se cambiassi idea dovrei nascondermi su Marte”, avrebbe confidato l’ex premier secondo un retroscena del Corsera. In Iv sono convinti che al voto non si tornerà ed è una tesi unisce renziani e M5S. Ma dal Pd oggi è Goffredo Bettini ad avvertire il leader di Iv: “Il governo andrà avanti ma se Conte cadesse si scivolerebbe verso le urne”, sottolinea l’esponente Dem a La Stampa definendo “comprensibile”, in caso di elezione, che Conte desse vita ad un suo soggetto politico.

Una prospettiva che nel Pd non trova tutti d’accordo. “Ma davvero qualcuno non considera che il nuovo partito di Conte toglierebbe voti proprio al Pd?”, protesta Andrea Romano, portavoce di Base Riformista. Intanto la tensione nella maggioranza fa spuntare anche un caso trivelle. “Lo stop – denunciano i Verdi – nel milleproroghe non è stato prorogato al 2021 perché è stata Iv a chiederlo nella verifica con Conte e il M5S ha subito il diktat”.

“E’ un’ipotesi assurda, lo stop alla trivelle è una priorità del M5S e mia personale”, replica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.

(di Michele Esposito/ANSA)

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