Sindacati bocciano piano Alitalia. De Micheli: “Solido”

Un aereo Alitalia prende il volo.
Un aereo Alitalia prende il volo. (ANSA)

ROMA. – É muro contro muro tra Alitalia e i sindacati sul nuovo piano di rilancio della compagnia di bandiera, che lascia a terra la metà dei dipendenti attuali. E nel confronto si inserisce la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, definendo “solido” il business plan della newco.

“Lo schema di piano industriale che ci è stato presentato oggi è insoddisfacente”, affermano senza mezzi termini i sindacati dopo l’incontro con l’amministratore delegato di Alitalia-Ita, Fabio Lazzerini.

“Chiediamo un confronto con Governo e Parlamento per discuterlo e presentare le nostre proposte di miglioramento nell’ambito degli investimenti, che allo stato attuale giudichiamo insufficienti, in flotta, manutenzione e handling”, sottolineano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo.

Lo schema di piano 2021-2025 prevede per la newco tricolore un decollo a primavera con soli 52 aerei, 61 rotte e un numero di dipendenti che oscilla fra 5.200 e 5.500, contro i 10.200 attuali, e solo al 2025 un aumento dei lavoratori a 9.500 unità.

E sempre e solo al 2025 si punta a ricavi per 3,4 miliardi, 93 rotte, e un ebit del 7% e 80 aerei di nuova generazione su 110 totali. Un orizzonte di cinque anni per tornare alle dimensioni attuali che lascia perplessi i sindacati, considerando soprattutto che la nuova compagnia si appresta ad alzarsi in volo con una spinta propulsiva di tre miliardi di euro.

“Per mesi il Governo ci ha assicurato che Alitalia non sarebbe stata solo salvata ma rilanciata e resa quindi, anche grazie a un partner forte, un player di livello internazionale; che nessuno delle lavoratrici e dei lavoratori sarebbe rimasto indietro e invece ci troviamo davanti a uno schema che la dimezza”, denunciano i sindacati, chiedendosi come “un ridimensionamento del genere” possa rilanciare la ex compagnia di bandiera proprio sulla scena internazionale. Per cui il primo punto fermo è “la garanzia che tutte le lavoratrici e i lavoratori della compagnia entrino in Ita”.

E in quest’ottica, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl TA, chiedono l’intervento del Governo, intervento che andrebbe esteso anche sul piano delle regole “perché se la nuova Alitalia dovrà competere sul mercato, dovrà farlo a parità di condizioni”, sottolineano le sigle sindacali, riferendosi “all’assenza di reciprocità con alcuni paesi”.

Infatti mentre Paesi come “la Cina possono far volare gli aerei delle loro compagnie di bandiera in Italia grazie a slot disponibili, noi non possiamo fare altrettanto verso quei medesimi paesi”, fanno notare gli stessi sindacati.

Il piano viene però difeso da De Micheli. “Oggi Alitalia è in amministrazione straordinaria dopo una gestione privata. Oggi Ita, che è 100% pubblica ha un piano industriale che è solido”, ha sottolineato la ministra, ricordando che dopo essere stato approvato dal consiglio di amministrazione dell’azienda, il piano “passerà adesso al vaglio delle Camere, poi dovrà affrontare lo scoglio della Commissione europea, che dovrà certificare la discontinuità con il passato”.

(di Alfonso Abagnale/ANSA)

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