Coronavirus in Italia: curva stabile, male terapie intensive sopra soglia critica

Controlli assembramenti della Polizia a Piazza Campo dei Fiori, Roma
Controlli assembramenti della Polizia a Piazza Campo dei Fiori, Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Torna a salire in Italia l’indice di trasmissibilità Rt , che oggi tocca lo 0,86. Un dato che è per la prima volta in controtendenza rispetto alla scorsa settimana e che crea una “forte preoccupazione” in relazione all’andamento dell’epidemia da Covid-19. Ciò nonostante la curva dei casi sia in decrescita rispetto a novembre.

Il messaggio, dunque, è che è necessario essere molto attenti e rigorosi soprattutto nelle prossime festività natalizie. E’ questo il quadro tracciato dal presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, sulla base dei dati del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute e dei numeri giornalieri dell’epidemia, che indicano ancora 674 vittime nelle ultime 24 ore e 17.992 nuovi casi di positività.

“Abbiamo un Rt che cresce e in alcune regioni cresce di più e supera l’1. Rt – ha avvertito Brusaferro alla consueta conferenza stampa al ministero sui dati epidemiologici – è il primo indicatore a muoversi e poi viene seguito da nuovi casi, ricoveri e decessi. Quindi Rt in ricrescita è elemento di grave preoccupazione perchè vuol dire che la trasmissione dell’infezione sta riprendendo quota”.

In particolare, ha evidenziato, “ci sono 3 regioni che mostrano un Rt che è cresciuto e in questa settimana sono passate a scenario 2, che è quello nel quale ci si colloca con Rt superiore a 1. Sono Lazio, Lombardia e Veneto. In molte regioni però, anche se l’Rt è sotto1, c’è una tendenza a risalire. Ciò indica che dobbiamo essere molto rigorosi nelle misure che dobbiamo adottare soprattutto nei prossimi giorni”.

L’obiettivo, ha spiegato anche il direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza, è pertanto cercare di far diminuire il numero dei casi proprio durante le prossime festività in modo da ripartire al meglio a gennaio, anche in vista della auspicata ripresa delle scuole in presenza.

La lenta decrescita della curva, come evidenzia il monitoraggio, ha portato ad un calo del numero di persone ricoverate in terapia intensiva da 3.345 (08/12/2020) a 3.003 (15/12/2020). Ed anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito passando da 30.081 (08/12/2020) a 27.342 (15/12/2020). Nella curva si nota cioè, ha detto Brusaferro, come “nell’ultima parte ci sia stato un rallentamento e un appiattimento”.

Tuttavia, l’incidenza rimane ancora troppo elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese. Una situazione, avverte il rapporto, che “non permette un allentamento delle misure adottate nelle ultime settimane e richiede addirittura un rafforzamento delle stesse in alcune aree del paese”.

Insomma, è il monito del presidente Iss, “vanno adottate tempestivamente misure per contrastare questa controtendenza che caratterizza l’attuale quadro epidemiologico”. Inoltre, “le misure vanno mantenute e questo tipo di attenzione ci accompagnerà in tutta la prima parte del prossimo anno. Questo è inevitabile”.

Si conferma insomma una troppo lenta decrescita dell’epidemia, che delinea una situazione sostanzialmente stabile. Lo dimostrano anche i dati del bollettino quotidiano: su 179.800 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, il rapporto tra positivi e test sale ancora ed è al 10%, in lieve aumento rispetto al 9,8% di ieri. Sono invece 2.819 i pazienti in terapia intensiva, in calo di 36 rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 189. Le persone ricoverate con sintomi nei reparti ordinari sono 25.769, in calo di 658.

I dati di oggi, ha chiarito Rezza, “indicano che siamo in una situazione di stabilizzazione e non riusciamo ad andare sotto una certa soglia. Sembra anche che i nuovi ingressi in terapia intensiva siano stabili e ciò ci fa pensare che sarà un pò difficile far diminuire il sovraccarico nelle terapie intensive a meno che non si abbatta l’incidenza. Anche i decessi sono stabili”.

Nonostante i lievi decrementi, infine, “supera comunque la soglia critica sia il tasso di occupazione in terapia intensiva sia in area medica”. Da qui, concludono i due esperti, la raccomandazione a comportamenti prudenti, a evitare aggregazioni ed a proteggere i più anziani.

(di Manuela Correra/ANSA)

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