L’Austria in lockdown, ma si potrà sciare

Persone si affrettano agli acquisti in un megastore a Vienna durante il Covid-19.
Persone si affrettano agli acquisti in un megastore a Vienna durante il Covid-19. EPA/CHRISTIAN BRUNA

ROMA. – “Nightmare before Christmas”. Le ultime settimane prima delle feste si stanno trasformando in un vero incubo per i governi di mezza Europa, combattuti tra l’esigenza di arginare i contagi di coronavirus evitando che a metà gennaio una terza ondata piombi sui sistemi sanitari già provati e la necessità di far girare l’economia almeno a Natale.

Tra Paesi che ritornano in lockdown totale (l’Austria) e altri che raccomandano le mascherine per la prima volta dall’inizio della pandemia (la Svezia), nel Vecchio Continente sembra prevalere la linea della prudenza in linea con le raccomandazioni dell’Oms che fa appello al senso di responsabilità degli europei chiedendo di restare a casa per Natale “al di là delle indicazioni dei governi”.

Paese che ha preso la decisione più drastica è l’Austria di Sebastian Kurz: lockdown totale dal 26 dicembre a metà

gennaio. Chiusi negozi, bar e ristoranti e divieto di uscire per 24 ore al giorno come in primavera e a novembre. Unica eccezione gli impianti sciistici, che resteranno aperti con l’obbligo di indossare la mascherina sugli impianti di risalita e quando si è in fila.  A godere delle piste austriache, come di tutti gli altri sport all’aperto, saranno comunque soltanto i residenti.

Gli stranieri che vorranno entrare in Austria da domani dovranno fare dieci giorni di quarantena, un modo per scoraggiare eventuali settimane bianche. La novità di questa terzo lockdown austriaco rispetto a quelli di marzo e novembre sarà lo screening di massa, in programma il 16 e il 17 gennaio che permetterà a chi avrà un esito negativo di uscire di casa dal giorno dopo. Chi invece non parteciperà al programma dovrà restare in quarantena un’altra settimana.

Chiusure natalizie previste anche in Svizzera, dove i contagi hanno superato i 400.000 e ospedali e personale sanitario sono sotto pressione da settimane. Dal 22 dicembre al 22 gennaio si fermeranno bar, ristoranti, centri sportivi e ricreativi per far fronte ad una situazione epidemiologica definita dal governo elvetico “preoccupante”.

Per la prima volta da marzo c’è apprensione anche in Svezia. I nuovi casi di coronavirus segnano un nuovo record ogni giorno, quasi diecimila nelle ultime 24 ore, e dopo la strigliata del re Carlo Gustavo il governo svedese ha deciso di modificare qualcosa nella sua strategia contro la pandemia: il premier Stefan Lofven ha chiesto alla popolazione di indossare le mascherine sui mezzi pubblici nell’ora di punta e di non stare in più di quattro allo stesso tavolo al ristorante. Si tratta di misure ancora blande rispetto al resto d’Europa, ma segnano un cambio di passo di Stoccolma.

Nuovo record di contagi anche in Germania, con 33.777 nuove infezioni in 24 ore, mentre con un’inchiesta intitolata “La catastrofe del coronavirus nell’assistenza agli anziani” la Bild denuncia l’alto tasso di mortalità nelle case di cura tedesche.

In Spagna, dove dal 23 al 6 gennaio gli spostamenti tra le regioni saranno limitati, la regione di Madrid ha deciso diridurre da 10 al 6 il numero di persone che potranno incontrarsi a Natale. Resterà in vigore il coprifuoco da mezzanotte alle 6.00 tranne il 24 e il 31, quando si potrà restare fuori un’ora e mezza in più.

(di Benedetta Guerrera/ANSA)

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