Appello a Biden, fermi subito la mano del boia federale

Sala delle esecuzioni nel carcere Terre Haute, Indiana, Usa.
Sala delle esecuzioni nel carcere Terre Haute, Indiana, Usa.

WASHINGTON.  – Joe Biden fermi la mano del boia federale. E lo faccia subito, con un decreto da firmare il primo giorno del suo mandato. É l’accorato appello che arriba dal Congresso americano, dove una quarantina di membri di Camera e Senato hanno scritto una lettera al neo presidente e alla vice Kamala Harris per chiedere l’abolizione della pena di morte di stato, quella che Donald Trump ha riesumato lo scorso luglio dopo una moratoria durata 17 anni.

Una decisione quest’ultima destinata a rappresentare una delle eredità più tragiche del presidente uscente, che ha portato in cinque mesi all’esecuzione di ben 10 persone detenute nel braccio della morte del carcere federale di Terre Haute, in Indiana.

Dieci esecuzioni ordinate direttamente da Washington, dal Dipartimento di giustizia, sulle 17 portate a termine negli Usa in tutto il 2020, con sette detenuti mandati a morte per decisione dei singoli stati in Arizona, California, Florida, Mississippi, Ohio, Oklahoma e Texas.

Eppure è da 37 anni che il numero delle iniezioni letali in America non era così basso, dato che ancor di più getta ombre sulla mossa in controtendenza dell’amministrazione Trump. Il calo delle esecuzioni è legato in parte all’emergenza Covid, ma è altrettanto vero che già prima della pandemia il 2020 si avviava ad essere il sesto anno consecutivo a registrare una diminuzione dell’attività del boia. Con un numero sempre maggiore di americani contrari alla pena capitale: il 43% secondo l’ultimo sondaggio Gallup che risale allo scorso ottobre.

“Possiamo subito fermare le esecuzioni federali, vietare che ne vengano sentenziate altre, smantellare il braccio della norte del penitenziario federale di Terre Haute e riconvertire le sentenze di morte in vigore”, si legge nella lettera inviata a Biden e ad Harris, il cui piano di riforma della giustizia penale già prevede non solo l’abolizione della pena capitale federale, ma anche incentivi agli stati Usa che ancora vi ricorrono per spingerli a rinunciarvi.

Nella missiva si accusa quindi l’amministrazione Trump di “non avere alcuna considerazione e rispetto per la vita umana”, e si sottolinea come sullo sfondo ci sia ci sia anche una questione razziale, col numero di detenuti giustiziati in gran parte afroamericani o appartenenti ad altre minoranze.

Il Colorado nelle scorse settimane, grazie a un referendum, è divenuto comunque il 22/mo stato Usa a dire basta alla pena di morte, mentre Utah e Louisiana pur non avendo ancora cambiato la legge hanno sospeso le esecuzioni oramai da dieci anni.

Attualmente nel braccio della morte del carcere federale di Terre Haute ci sono 52 detenuti. Ma un decreto per dire basta alle esecuzioni federali nel Day One di Biden arriverebbe comunque in ritardo per salvare la vita a tre di loro, la cui esecuzione è prevista prima dell’Inauguration Day del 20 gennaio. C’e’ anche una donna bianca, sarebbe la prima ad essere giustiziata in 70 anni.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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