“Agghiaccianti le torture su Regeni, l’Ue intervenga”

Claudio e Paola Regeni, i genintori di Giulio.
Claudio e Paola Regeni, i genitori di Giulio. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Sui diritti umani “nessuno si deve tirare indietro”. E “l’atroce uccisione di Giulio Regeni riguarda i diritti umani”. Per questo l’Italia chiederà “a tutti i Paesi membri dell’Ue” di prendere una posizione chiara, con “azioni mirate” sulla vicenda del ricercatore barbaramente ucciso in Egitto ormai quasi 5 anni fa.

L’annuncio in diretta Facebook del ministro degli Esteri Luigi Di Maio arriva al termine di un vertice a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e la titolare dell’Interno Luciana Lamorgese. Una riunione durata diverse ore per fare il punto sulla situazione e “attivare la Farnesina” sulle mosse diplomatiche da intraprendere “in tempi brevi”.

L’obiettivo è quello di coinvolgere l’Unione europea, paladina dei diritti umani, schierando 27 Paesi in grado di fare pressione – politica ed economica – nei confronti dell’Egitto. Ma anche di mandare un messaggio in casa, dimostrando che il fatto che il governo non abbia ritirato l’ambasciatore non significa che sia rimasto con le mani in mano. L’Italia intende continuare a chiedere risposte dal Cairo, a cominciare dal silenzio che ha costretto la procura di Roma a notificare le conclusioni della sua inchiesta con il ‘rito degli irreperibili’.

“La verità sarà naturalmente accertata dal processo – ha detto Di Maio – ma allo stesso tempo richiede collaborazione da entrambe le parti”, una collaborazione “che passa anche per le elezioni di domicilio dei quattro funzionari indagati nel processo e che sono accusati dalla magistratura italiana di essere coloro che hanno determinato la morte di Giulio Regeni” in circostanze “agghiaccianti”.

Per dare forza a un processo che l’Egitto cerca di ignorare Roma punta dunque a “coinvolgere le istituzioni europee e tutte le istituzioni internazionali” perché il punto non è “cercare i colpevoli ma processare coloro che vengono identificati come colpevoli dalla nostra magistratura”.

La riunione a Palazzo Chigi ha quindi puntato a mettere sul tavolo le diverse strategie diplomatiche per un intervento con Bruxelles. Ma non solo. Il coinvolgimento dell’Ue punta anche ad avere una posizione comune nei confronti dei Paesi con i quali molti Stati membri hanno scambi economici, pur consapevoli dei forti limiti sul fronte dei diritti umani: agire diplomaticamente di pari passo significa anche evitare fughe in avanti.

Non fa eccezione l’Egitto, che ha importanti relazioni commerciali con i Paesi Ue, a cominciare dalla Francia, pizzicata ad organizzare una serata di gala e consegnare la massima onorificenza, la Legion d’Onore, al presidente Abdelfatah al-Sisi in occasione della sua ultima visita all’Eliseo all’inizio di dicembre. E non è un caso che Di Maio abbia chiesto che tutti i 27 si “esprimano chiaramente” sul fronte dei diritti umani.

“Dobbiamo riflettere fino in fondo su quello che accade, su che tipo di azione vera l’Italia può fare sul tema dei diritti umani – ha detto anche il presidente della Camera Roberto Fico – che non è una questione interna agli Stati ma che l’Ue deve portare avanti. Il lavoro di diplomazia è lungo e faticoso. Possiamo attuare decisioni dure verso l’Egitto ma se altri ci sorpassano in curva non si ottiene nulla: dobbiamo parlare con questi Paesi”.

Del resto i rapporti con l’Egitto non passano solo attraverso l’uccisione dell’italiano Regeni, ma anche attraverso l’arresto dello studente egiziano Zaky e dei membri della sua Ong, che avevano incontrato gli ambasciatori europei la sera prima di essere fermati (e poi rilasciati). Diritti umani negati, sui quali l’Ue “deve intervenire con una voce sola”.

(di Paola Tamborlini/ANSA)

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