ROMA. – “Un’esplosione di reati informatici”. Non usa mezze parole la direttrice del Servizio Polizia Postale, Nunzia Ciardi, parlando con l’ANSA della delicata situazione italiana durante la pandemia. Mesi di chiusure e restrizioni che hanno contribuito non solo alla diffusione dei cosiddetti cyber-crimini, ma anche alla nascita di nuove figure criminali.
“Quello che io dico sempre – le parole della direttrice – è che noi siamo in formazione permanente, davanti a fenomeni che si ingigantiscono nel giro di pochi mesi e assumono connotati sempre diversi”.
L’operazione anti-pedopornografia che oggi ha portato all’arresto di 17 persone in tutta Italia, da professionisti a disoccupati di ogni estrazione sociale, economica e culturale, è la precisa cartina di tornasole di quello che si muove sulla rete.
“Purtroppo la pandemia ha avuto l’ulteriore effetto collaterale di far esplodere i reati informatici – afferma Ciardi -. Parliamo di percentuali spaventose con le denunce di reati finanziari aumentate di oltre il 440%, i casi trattati sui minori del 110%. Gli indagati sono saliti dell’80% e le perquisizioni del 150%”.
“Siamo stati tutti molto più chiusi in casa, dietro un display – aggiunge -. La digitalizzazione aumenta a dismisura la superficie di attacco da parte dei criminali. Se da un lato la tecnologia è stata nostra alleata per sentirci vicini agli affetti, per il lavoro o la scuola, dall’altro ha avuto anche il suo rovescio della medaglia”.
E così, tra una videocall di lavoro e una chat con i familiari, il web si è trasformato in una trappola e terreno fertile per organizzazioni criminali senza scrupoli. Come quelle smantellate oggi che utilizzavano le chat come Telegram o WhatsApp per scambiarsi foto e video di abusi e violenze su minori.
“Questo tipo di chat – spiega la direttrice – facilita l’interazione in modo importante, con un risvolto psicologico non indifferente. La distanza fisica dal minore, infatti, rende più facile l’approccio alla fruizione del materiale. Come se ci si rendesse meno conto del danno arrecato e del reato commesso”.
“Serve più attenzione”, l’invito del numero uno della polizia Postale. “Sono convinta – ammette – che dall’accelerazione delle interazioni avviata dalla pandemia non si tornerà più indietro, anche quando tutto questo finirà. Dovremo inevitabilmente fare i conti con una realtà più tecnologica con il rischio di nuovi fenomeni e, dunque, di nuovi reati. Noi continueremo a vigilare e a tutelare gli utenti”.