Caritas: “Mai così tante richieste di aiuto”

File di 'nuovi poveri' alle Caritas.
File di 'nuovi poveri' alle Caritas.

ROMA. – La grave situazione socio-sanitaria dovuta alla pandemia ha costretto la Caritas di Roma a ricalibrare le sue azioni di intervento. Ecco le maggiori dispiegatesi dal febbraio scorso all’ottobre di quest’anno. Il primo massiccio intervento ha riguardato gli aiuti alimentari.

“La rete delle Caritas parrocchiali nella diocesi di Roma – spiega una nota del Vicariato – rappresenta la spina dorsale dell’ascolto e dell’accoglienza delle persone fragili sul territorio della Capitale. Sono 176 i centri di ascolto coordinati dalla Diocesi che riescono a lavorare in rete, attraverso un sistema informatico e una serie di protocolli per la presa in carico delle famiglie in difficoltà”.

“Il vero impatto della crisi – si spiega -, almeno nei primi due mesi di lockdown ad aprile e maggio, è stata la richiesta di aiuti alimentari. Una vera e propria emergenza alla quale la Caritas si è organizzata, attivando la rete delle parrocchie suddivise in Prefetture, promuovendo 137 punti di distribuzione e 13 centri di stoccaggio per gli alimenti. Affiancando a questa azione anche il potenziamento del servizio nei cinque Empori della solidarietà che esistono in diocesi”.

Sono state 21.160 persone accolte, il 35,3% per la prima volta. Sono state 7.476 le persone che si sono rivolte per la prima ai centri di ascolto delle Caritas parrocchiali nel corso dei primi nove mesi del 2020. Queste si aggiungono alle 40.607 che le parrocchie avevano già preso in carico nel corso degli anni, di queste 13.684 erano quelle seguite con continuità (incontrate più volte nel corso dell’anno).

“Complessivamente, quindi – continua la nota -, le persone che in questa fase hanno ricevuto aiuto dai centri di ascolto parrocchiali sono state 21.160 su 48.083 iscritte nei database delle parrocchie. Nel 48,7% dei casi le nuove persone (7.476) che si sono rivolte ai centri parrocchiali sono italiani, seguiti da filippini (16,3%), peruviani (4,9%), romeni (4,7%) e altre 97 nazionalità. Nel 64,4% dei casi, il rappresentante della famiglia che ha varcato per la prima volta la soglia del centro di ascolto è una donna”.

“La suddivisione per classi di età ci dice che il 54% dei nuovi iscritti sono al di sotto dei 45 anni (4,1% al di sotto dei 25 anni), mentre gli ultrasessantacinquenni sono il 14,7%. Sempre tra i nuovi iscritti, quattro su cinque sono stati registrati nei mesi di aprile (33,2%), maggio (32,6%) e giugno (20,2%); mentre negli altri mesi fino a settembre si è avuta una dinamica di nuove presenze simile a quella del 2019.

Complessivamente, nelle persone seguite nel corso del 2020, i nuovi iscritti rappresentante un terzo del totale (35,3%), con punte veramente notevoli nel caso della nazionalità filippina (86,9%) e srilankese (41,7%)”. Nelle registrazioni pre-Covid, in particolare, i filippini erano 659 dei quali soltanto 183 seguiti in modo stabile all’inizio del 2020. Sono stati 1.217 quelli che si sono aggiunti nel corso del lockdown: si tratta in modo particolare di lavoratori domestici e assistenti alla persona, soprattutto badanti che vivevano nelle case degli assistiti, che si sono trovati senza reddito andando ad abitare in sistemazioni di fortuna insieme a connazionali.

Gli iscritti nel corso del 2020 sono stati 4.621 per aiuti alimentari attraverso pacchi e buoni spesa (62%), nel 30% dei casi con l’accesso agli Empori della solidarietà e nell’8% dei casi attraverso l’attivazione del Fondo Anticrisi con l’elargizione di piccole somme, un massimo di 500 euro, che la Caritas ha attivato per aiutare le famiglie a far fronte a spese necessarie e improcrastinabili (bollette, rate di condominio, spese mediche, riparazioni).

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