Ue boicotta l’Iran ma il boia si prepara per Djalali

Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano arrestato nel 2016 a Teheran con l'accusa di essere una spia in una foto pubblicata da freeahmadreza
Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano arrestato nel 2016 a Teheran con l'accusa di essere una spia in una foto pubblicata da freeahmadreza ANSA/WEB/ ttp://www.cuspo.it/freeahmadreza/#prettyPhoto+++ EDITORIAL USE ONLY - NO SALES NO ARCHIVE +++

TEHERAN.  –  Si alza il livello dello scontro tra Europa e Iran. A poche ore dal boicottaggio di un importante mbusiness forum bilaterale per l’impiccagione del giornalista dissidente Ruhollah Zam, il boia si prepara a tornare in azione nella Repubblica islamica.

A rischiare l’esecuzione è adesso Ahmad Reza Djalali, il medico iraniano-svedese con un passato da ricercatore in Italia, condannato a morte per “spionaggio” a favore di Israele, in un processo che Amnesty International ha definito “clamorosamente iniquo”.

Due settimane fa, il suo trasferimento dal carcere di Evin a Teheran, dove è in isolamento, al braccio della morte nel penitenziario di Rajai Shahr a Karaj era stato rinviato in extremis di “alcuni giorni”.

L’esecuzione, secondo fonti della famiglia, sarebbe riprogrammata per mercoledì. Dopo la maratona accademica disensibilizzazione animata dai suoi ex colleghi dell’Università del Piemonte Orientale di Novara, per salvarlo potrebbero restare solo poche ore.

Finora, Teheran ha respinto come “interferenze” le richieste di clemenza, facendo altrettanto con le condanne dell’Ue per l’impiccagione di Zam, definita dalla Francia, che gli aveva dato asilo, come “un atto barbaro e inaccettabile”.

Una ferma condanna è giunta oggi anche dagli Usa, che hanno pure accusato Teheran del rapimento e della presunta morte dell’ex agente dell’Fbi Robert Levinson, scomparso in Iran nel 2007, mentre l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, si è detta “inorridita”.

“La magistratura iraniana è indipendente e le esecuzioni sono legali nel nostro Paese”, ha replicato il presidente Hassan Rohani, secondo cui gli europei “con queste critiche stanno in realtà ammettendo che Zam lavorava per i loro interessi”.

Ma per il capo del governo di Teheran, “questo non danneggerà le relazioni”. Ancora oggi, l’amministrazione iraniana ha ribadito di essere pronta ad accogliere un ritorno americano all’intesanucleare “in qualsiasi momento”, mettendo da parte anche il nodo delle “compensazioni” per le sanzioni.

Ma i fondamentalisti, che controllano magistratura e Parlamento, oltre che le Guardie della rivoluzione, spingono in senso opposto. Per Djalali, la speranza è che le pressioni diplomatiche possano far cambiare idea alla Repubblica islamica. Sul tavolo resterebbe l’ipotesi di uno “scambio di prigionieri”.

L’Iran spinge in particolare per far cadere le accuse in Belgio contro il suo diplomático Assadollah Assadi, che rischia 20 anni in un processo per un tentato attentato dinamitardo contro dissidenti in Francia. Ma il tempo per le trattative rischia ora di scadere.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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