I segreti del caso Navalny, l’attacco da una cellula Fsb

Navalny con la moglie Yulia Navalnaya e famiglia. Foto postata da Navalny su Instagram quando l'oppositore russo fu ricoverato in ospedale a Berlino, per avvelenamento.
Navalny con la moglie Yulia Navalnaya e famiglia. Foto postata da Navalny su Instagram quando l'oppositore russo fu ricoverato in ospedale a Berlino, per avvelenamento.(ANSA)

MOSCA.  – Mosca non apre un’indagine criminale sul caso Navalny, principalmente accusando la Germania di non condividere i dati che indicherebbero un avvelenamento da Novichok. E lui, il principe degli oppositori russi, dal suo blog sostiene che finalmente si capisce il perché. “Mezzo Fsb dovrebbe finire dietro le sbarre. E anche Putin, che ha dato l’ordine di avvelenarmi”. Il mistero, secondo Navalny, è ormai risolto.

Tutto grazie alla poderosa inchiesta del sito investigativo Bellingcat – condotta in collaborazione con il russo The Insider, la Cnn e il Der Spiegel – capace di svelare i segreti dell’operazione che avrebbe dovuto far fuori l’oppositore.

La testata, attraverso l’analisi di fonti aperte e banche  dati di varia natura tra cui i metadati degli operatori telefonici e i record dei biglietti di viaggio delle compagnie aeree, ha dato un volto e un nome ai sicari dell’Fsb che avrebbero avvelenato Navalny con il Novichok a Tomsk.

I dati rivelerebbero poi che l’operazione è stata condotta in coordinamento con i vertici del servizio di sicurezza erede del Kgb, nella persona del generale Vladimir Bogdanov, che ha come suo diretto superiore solo il direttore dell’Fsb, Alexander Bortnikov. Che a sua volta riferisce solo a Vladimir Putin.

La cellula che ha colpito Navalny opera sotto le spoglie dell’Istituto Criminale dell’Fsb, noto anche come NII-2 o come Unità Militare 34435.  Si tratta di un gruppo clandestino di personale altamente qualificato nella gestione di materiale chimico (Bellingcat ha individuato 15 persone, 8 delle quali “erano in stretto contatto in varie fasi delle operazioni di pedinamento di Navalny nei giorni e nelle ore precedenti il suo avvelenamento”) tra cui scienziati ed ex medici.

Il gruppo avrebbe seguito Navalny in ogni suo viaggio nel 2017, l’anno in cui aveva annunciato che si sarebbe presentato alle presidenziali del 2018.   Il controllo “metro per metro” sembra sia venuto meno nel 2018 e nel 2019 (anni in cui Navalny assicura di aver lasciato Mosca più raramente) ma l’esperienza accumulata avrebbe permesso al team di colpire, quando richiesto, a Tomsk la scorsa estate.

Nei giorni in cui l’oppositore veniva avvelenato, allora, Bellingcat documenta un profluvio di telefonate e messaggi dai sicari dislocati sul campo e i loro dirigenti a Mosca, nonché tra i dirigenti stessi e i vertici dell’Fsb. Ma la squadra alla fine fa cilecca.

“Perché? Perché tutto sta andando alla malora in Russia e i servizi segreti non sono da meno: il loro compito è aiutare Putin e i suoi amici a rubare miliardi”, tuona Navalny. Che poi si rivolge direttamente a 007 e forze dell’ordine: “Chi aiuta Putin e il suo sistema è un traditore”.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

Lascia un commento