La caduta di Riccò, una carriera finita in polvere

L'ex ciclista Riccardo Riccó in un controllo antidoping dopo avert vinto la nona tappa nel Tour de France del 2008 a Bagneres de Bigorre.
L'ex ciclista Riccardo Riccó in un controllo antidoping dopo avert vinto la nona tappa nel Tour de France del 2008 a Bagneres de Bigorre. Ansalatina

ROMA. – Successi ed eccessi, e alla fine l’onta della radiazione. Sulla carriera di Riccardo Riccò, promessa del ciclismo azzurro negli anni Duemila, è calata la pietra tombale della squalifica a vita da parte di Nado Italia.

L’accusa  è pesantissima, spaccio di sostanze dopanti. E si sovrappone all’altra accusa, altrettanto dura, di uso di doping che nel 2012 gli era costata ben 12 anni di squalifica, che avrebbe finito di scontare nel 2024.

Nato a Sassuolo l’1 settembre del 1983, Riccò  ad appena 14 anni partecipava già a gare ufficiali. Nel 2004 e 2005 i primi “incidente”: due volte sospeso per ematocrito alto, antipasto dei suoi guai futuri, che sarebbero esplosi nel 2008 al Tour.

Era nono in classifica quando venne trovato positivo all’Epo Cera. Finisce pure in carcere, rimedia una squalifica per 24 ,mesi, poi ridotti a 20, fino al marzo del 2010. L’anno dopo Riccò riprese le gare, ma a causa di un malore si scoprì che aveva ripreso le autoemotrasfusioni, venne perciò fermato di nuovo, scatta anche una condanna a 2 mesi di carcere.

Oggi Riccò è stato condannato per traffico illegale o tentato traffico illegale di sostanze vietate o metodi proibiti (art. 2.7 delle norme sportive antidoping). In pratica, secondo un’inchiesta partita da Livorno nel 2013 lui, già squalificato per doping, spacciava sostanze vietate a altri atleti.

I Nas sequestrarono medicinali in casa dei due dilettanti Matteo Cappé, (squalificato per 20 anni), e Luca Benedetti, già radiato dall’Uci (oggi disposta pure la cancellazione dei risultati sportivi).  Nella vicenda è coinvolto anche l’ex calciatore Giovanni Bia, all’epoca ciclista dilettante.

Secondo i Nas Bia avrebbe ricevuto proprio da Riccò le sostanze dopanti. Da qui la sentenza. Riccò, che ha 37 anni, ormai da anni ha appeso al mchiodo la bici e vive facendo il gelataio.

In carriera vanta un secondo posto al Giro d’Italia del 2008 e tre vittorie di tappa alla corsa rosa, oltre a un gran numero di vittorie e piazzamenti in altre corse. Sarebbe potuto diventare un grande campione, ma ha cercato le scorciatoie e si è perso, finendo nella polvere.

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