Covid, il 7% degli italiani ricorre a moratorie. Mutui sospesi nel 2021

Portachiavi con una casa appoggiato su un mazzo di Euro.
Portachiavi con una casa appoggiato su un mazzo di Euro.

MILANO. – Pochi italiani (7% rispetto alla media europea del 9%) hanno contrattato una moratoria in seguito alla pandemia da coronavirus e il 44% di loro ha scelto il mutuo della casa come priorità. Intanto cresce il risparmio delle famiglie con le donne che assumono un ruolo da protagonista nell’accumulare il denaro.

A scattare la fotografia dei pagamenti e del risparmio è l’European consumer payment report di Intrum, realizzata su un campione di 24.198 persone di 24 paesi europei (quasi 1.000 in Italia) nei mesi di settembre e ottobre nel giorno.

Intanto passa un emendamento al Dl Ristori che prorogata al 31 dicembre 2021 la possibilità di sospendere i mutui per la prima casa (accesso al Fondo Gasparrini) per un’ampia categoria di lavoratori. Una proroga molto attesa nel settore visto che la seconda ondata pandemica ha prolungato le difficoltà delle famiglie. Al momento, secondo gli ultimi dati diffusi dalla task force composta da banche, Mef e Banca d’Italia, i mutui prima casa sospesi sono pari a 27 miliardi di euro con le banche che hanno accolto 220 mila domande.

Secondo Intrum tra coloro che hanno fatto ricorso alla moratoria il 44% (41% in Europa) ha sospeso il pagamento delle rate del mutuo casa, il 35% ha sospeso i pagamenti delle bollette delle utilities (acqua, elettricità, gas) contro il 26% europeo mentre solo il 29% contro il 44% della media europea ha sospeso i pagamenti delle rate della carta di credito o dei prestiti personali.

Se la moratoria non è possibile il 52% del campione intervistato (la stessa percentuale vale per la media europea) è comunque fiducioso sul fare affidamento sul proprio stipendio mensile per coprire i pagamenti essenziali.

Con il perdurare della pandemia gli italiani appaiono sempre più preoccupati per l’aumento delle bollette e l’incapacità di far fronte alle altre scadenze finanziarie della famiglia. In Europa un intervistato su due è ora più che mai preoccupato per il proprio benessere finanziario. Secondo la ricerca agli italiani rimane più reddito disponibile una volta pagate rate e bollette anche se è diffusa l’opinione che le utenze crescano più del reddito.

Intrum ha poi analizzato il rapporto tra reddito mensile delle famiglie ed il pagamento delle bollette. Nel 23% dei casi rimane meno del 5% del reddito mensile una volta pagate rate e bollette (media europea pari all’11%) al 21% “avanza” fra il 5% e il 10% (media europea pari al 14%) e al 22% del campione intervistato rimane fra il 10 e 20% (media europea pari al 22%). Al 15% rimane in tasca fra il 20% e il 35% del salario mensile (media europea pari al 17%) .

Resta comunque il fatto che il 35% ha pagato fuori tempo massimo una o più bollette contro il 29% della media europea e che il 54% lo considera come un evento isolato contro il 46% della media europea. Sul fronte del risparmio emerge che l’83% del campione sostiene di poter accumulare denaro ogni mese, rispetto all’84% del 2019. La media europea del 2020 è pari al 76%. Il 58% degli italiani, comunque, non è soddisfatto della quota di denaro che riesce a mettere da parte ogni mese, nel 2019 il dato era pari al 53%.

Sono le donne comunque quelle più oculate: una percentuale pari al 86% risparmia, in proporzioni variabili, ogni mese mentre la quota di risparmio attribuibile agli uomini è pari al 79% .

A conferma della propensione degli italiani al risparmio, prosegue la ricerca di Intrum, ci sono gli ultimi dati Bankitalia disponibili che mostrano come la liquidità sui conti correnti è cresciuta di 32 miliardi e i depositi hanno sfondato i 1.700 miliardi. Nei primi 9 mesi del 2020 i risparmi nei conti correnti delle famiglie hanno toccato i 1.080 miliardi di euro salendo del 3,4% da gennaio a fine settembre.

Dati che rappresentano una reazione alle misure restrittive imposte dal lockdown che si traduce, da Nord a Sud, in un aumento delle somme accantonate.

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