Coronavirus in Italia: meno casi e terapie intensive, ma tasso positività resta alto

Primo giorno di riapertura servizio tavolini al bar la domenica mattina, in piazza Duomo a Milano
Primo giorno di riapertura servizio tavolini al bar la domenica mattina, in piazza Duomo a Milano, 13 dicembre 2020. ANSA/MATTEO CORNER

ROMA. – In calo, sia pure con delle fisiologiche oscillazioni giornaliere, il numero dei nuovi positivi al SarsCov2, così come prosegue il trend in diminuzione dei ricoveri in area medica e nelle terapie intensive. I dati del bollettino quotidiano del ministero della salute sull’andamento dei contagi da Covid-19 confermano una situazione che presenta dei primi segnali di miglioramento ma con parametri ancora fuori controllo che impongono di mantenere alta l’attenzione.

A partire dal tasso di positività, che oggi è risalito all’11,7% rispetto al 10,1% di ieri e che comunque – mantenendosi sopra il 10% – risulta essere ancora troppo alto. E troppi sono anche i decessi, sia pure in diminuzione: 484 nelle ultime 24 ore. Gli ultimi dati indicano 17.938 nuovi casi di Covid in Italia (contro i 19.903 di ieri), per un totale di 1.843.712.

L’incremento delle vittime in un giorno è invece di 484 (erano ieri 649) che porta il totale dall’inizio dell’emergenza a 64.520. Inoltre, ci sono in Italia 686.031 attualmente positivi, 1.183 più di ieri, un aumento che si registra dopo giorni di calo. L’incremento dei guariti nelle ultime 24 ore è invece di 16.270 per un totale dall’inizio dell’emergenza di 1.093.161.

Quanto ai test eseguiti, sono 152.697 i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore, quasi 44mila in meno rispetto a ieri. Il tasso di positività sale all’11,7%, in aumento di oltre un punto e mezzo rispetto a ieri quando era al 10,1%. E si conferma il calo nei ricoveri: sono 3.158 i pazienti Covid in terapia intensiva, con un saldo negativo tra ingressi e uscite di 41 persone in un giorno.

Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati 152. Nei reparti ordinari ci sono invece, secondo i dati del ministero della Salute, 27.735 persone, in calo di 333 rispetto a sabato.

I numeri degli ultimi giorni, commenta il direttore scientifico dell’Istituto per le malattie infettiva Spallanzani, Giuseppe Ippolito, “ci mostrano dunque che è in atto un lento decremento che è effetto delle misure di restrizione prese, ma la situazione resta di massima attenzione. Non possiamo sicuramente escludere la terza ondata della pandemia, ma sappiamo tutti – avverte – quali sono i comportamenti da adottare per evitarla o almeno per ridurne l’impatto. Ciò che accadrà a gennaio lo decideremo noi”.

A preoccupare, rileva inoltre il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano, è il tasso di positività, ovvero il numero di positivi rispetto ai test effettuati. E’ un parametro che “resta alto, intorno al 10% con qualche fluttuazione – afferma – e questo è negativo”.

Attualmente, spiega l’esperto, “siamo ancora in una situazione di plateau che non vira verso una discesa marcata. Le curve relative ai diversi parametri, infatti, stanno iniziando a flettersi ma tutte molto lentamente. Il segnale però positivo è che, per effetto di ciò, si sta allentando la pressione sulle terapie intensive e per i ricoveri”.

Insomma, il lockdown parziale secondo la divisione dell’Italia per zone di colore, chiarisce Pregliasco, “ha frenato la salita della curva dei contagi ma non riesce ancora a dare un risultato che porti ad una riduzione dei numeri tale da rendere di nuovo possibile il tracciamento dei casi”.

Perché il tracciamento si possa fare, riportando l’epidemia sotto controllo, chiarisce, “bisogna infatti che i casi scendano ad un massimo di 5-10mila al giorno, ma siamo ancora lontani”. Da qui i timori per le prossime festività natalizie: “L’epidemia aumenta o diminuisce a seconda di quanto apriamo o chiudiamo i rubinetti, rappresentati nel nostro caso dai contatti con le altre persone. Se nelle feste rilasseremo le precauzioni e aumenteremo i contatti – afferma – potremmo avere conseguenze molto negative come è accaduto in Usa dopo la festività del Thanksgiving a fine novembre”.

Parametro sotto stretta sorveglianza è anche quello della mortalità, il più lento e decrescere: “Ora siamo nella fase di picco per quanto riguarda questo parametro – rileva il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac) – e la fase discendente della curva è dunque iniziata, ma prima che si evidenzi un calo stabile dei decessi saranno ancora necessarie circa due settimane”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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