Coronavirus in Italia: epidemia migliora, ma lentamente. I morti salgono a 634

Nelle ultime 24 ore 14.842 i positivi al test sul coronavirus.
Nelle ultime 24 ore 14.842 i positivi al test sul coronavirus. (ANSA)

ROMA. – La situazione migliora ma molto lentamente. Gli “ingressi in terapia intensiva mostrano una certa stabilità. Sostanzialmente alla dimiuzione dell’Rt ha fatto seguito una diminuzione di nuovi casi e di ospedalizzazioni, ma restano ancora elevati gli ingressi in terapia intensiva e decessi. Quindi bisogna lavorare ancora molto perchè basta poco a invertire il trend”.

A fotografare l’andamento dell’epidemia da Covid in Italia è il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, alla conferenza stampa sull’analisi della situazione epidemiologica organizzata al dicastero. Nelle ultime 24 ore 14.842 i positivi al test sul coronavirus, secondo il bollettino del ministero della Salute, “con un rapporto di poco al di sotto del 10%”. Ieri erano 13.720.

“C’è una tendenza a una lieve diminuzione ma non particolarmente veloce o accentuata”, rileva Rezza. Ma, sottolinea, “rimane elevato il numero dei decessi”. Le vittime sono 634 in 24 ore, ieri 528.

“Il numero di positivi che ci sono ancora ogni giorno ci dice che dobbiamo continuare e implementare le misure prese perché appena si allentano le misure la curva risale: è successo dopo l’estate con la riapertura di molte attività e c’è voluto un po’ di tempo per frenare la corsa del virus; se allentassimo le misure in questo momento, con un’incidenza ancora molto elevata, decisamente faremmo un errore”, rileva ancora l’epidemiologo.

In particolare per i dai odierni sono 149.232 i test per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore, in aumento di oltre 38mila rispetto a ieri. Il rapporto tra positivi e tamponi è del 9,9% in calo rispetto a ieri (era del 12,3%). Sono 192 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia nelle ultime 24 ore. Il saldo giornaliero è di -37 unità, portando il totale delle persone in rianimazione a 3.345.

I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 443 meno di ieri, per un totale di 30.081 pazienti. Sono 737.525 le persone attualmente positive al Covid in Italia, 11.294 in meno rispetto a ieri). I dimessi o guariti sono complessivamente 958.629 (+25.497) e il numero totale dei morti è di 61.240 vittime. Il totale dei malati dall’inizio dell’emergenza ha raggiunto è di un 1.757.394 casi.

Sul fronte regionale, è il Veneto, con 3.145 nuovi malati, la regione con il maggior numero di nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore. Seguono Lombardia (1.656), Emilia Romagna (1.624) e Lazio (1.501). E in particolare sull’analisi dei territori “alcuni risultati mettono in luce un’Italia a tre velocità: trend della percentuale di nuovi positivi su nuovi casi testati in diminuzione, ‘costante’ o in aumento.

Stessa analisi per terapie intensive e ricoverati. Puglia, Veneto e Lazio presentano terapie intensive e ricoverati costanti e percentuale in aumento; Trento e Friuli Venezia Giulia con terapie intensive in aumento e, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia anche i ricoverati: per Trento il numero dei ricoverati è costante”, afferma il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Iac-Cnr).

“I grafici – spiega – mostrano che la circolazione del virus e l’impatto sul sistema sanitario in tutta la Penisola e nelle singole regioni è disomogenea ed eterogenea e il colore giallo complessivo non fotografa l’Italia reale. Direi che vi sono più sfumature, in questo momento tendenti al grigi”.

E sul futuro sono dure le parole di Andrea Crisanti a L’aria che tira su La7: “La terza ondata in queste condizioni è una certezza, l’Italia alla fine della prossima settimana sarà il paese europeo con più morti”. “Siamo in una situazione grave ma stabile, è una situazione in cui i contagi – dice l’esperto – sono ancora in aumento. Il calo di positivi ieri era legato al numero dei tamponi. Nel Veneto zona gialla come previsto i casi da quasi una settimana sono in aumento”.

Il paradosso, conclude è che “le Regioni più preparate dal punto di vista sanitario adottano misure più blande: bisogna decidere se l’obiettivo è mantenere l’attività economica o tutelare la salute”.

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