Presidente Mattarella: “Ora risposte concrete”. Ma su Recovery nervi tesi

Il Presidente Conte in conferenza stampa da Palazzo Chigi illustra le nuove misure per l'emergenza da Covid19.

ROMA. – Dissipare la “nebbia delle polemiche” che avvolge il governo. Ci prova, il premier Giuseppe Conte. Portando in Consiglio dei ministri lunedì la discussione sulla struttura di governance del Recovery fund. Una norma dovrebbe tratteggiare i contorni di una struttura di missione, facente capo a Palazzo Chigi, che al suo interno sia composta da sei manager a capo dei grandi capitoli del Piano di rilancio e da una novantina di esperti.

Ma i “legittimi distinguo” della vigilia minacciano di infuocare la discussione in Cdm. Perché alle preoccupazioni dei ministri, che temono di essere esautorati, si sommano tensioni sempre più evidenti nei partiti di maggioranza e le fibrillazioni sul Mes, che portano qualcuno tra le fila del Pd ad evocare il voto anticipato e qualche parlamentare di Iv a rispolverare la prospettiva di un cambio di premier.

Di fronte alla “grave” crisi economica e sociale causata dal Covid servono “risposte concrete” e “uno sforzo collettivo, che coinvolga istituzioni, parti sociali e società civile”: è il messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rinnova. Il governo si prepara a scrivere “la ripartenza”, assicura Conte. E aggiunge che a dispetto delle apparenze, “c’è un percorso veloce e cristallino per valorizzare al massimo l’occasione storica” dei 209 miliardi per “cambiare le nostre vite”.

Ma quel percorso sarà scritto solo lunedì, in Consiglio dei ministri. Sembra accantonata l’idea di una società ad hoc, guidata da un supermanager, per gestire la parte esecutiva. Si lavora a una struttura di missione con sei alti dirigenti che però non dovrebbero essere, spiega il ministro Enzo Amendola, “i manager delle grandi società quotate”, perché già svolgono un lavoro abbastanza gravoso.

Sottotraccia però su strutture e nomi si discute animatamente. Iv è pronta a dire la sua in Cdm. E anche tra i ministri Pd c’è chi si prepara a fare le pulci al meccanismo, che avrà la “cabina di regia” politica di Conte, Gualtieri e Patuanelli, per evitare di essere esautorato. E’ rinviata a un passaggio successivo, invece, la scrittura e discussione del Piano di rilancio articolato nei singoli progetti, una sessantina.

Così come non è ancora convocato da Conte il tavolo con i leader di maggioranza che dovrebbe sciogliere i nodi del programma di legislatura che separano i partiti, dalla riforma fiscale, alle riforme istituzionali. Ma il premier lascia intendere di non volersi fare imbrigliare dalle discussioni tra i partiti: “Stiamo correndo, ho la squadra migliore”, ha detto giovedì sera in conferenza stampa.

Parole poco gradite a chi dice da tempo che il governo ha più di un problema. Matteo Renzi convoca la cabina di regia di Iv e prende atto delle sue parole: “Va benissimo così. Ha detto che ha i ministri migliori del mondo. Noi rinunciamo al rimpasto. E ognuno farà le sue scelte”, dice un dirigente di Iv. I renziani esprimono rammarico per i ritardi sui vaccini e per la gravità in Italia della crisi Covid e fanno capire che terranno il punto sui loro temi, “senza polemica”. Ma senza fare sconti, a una squadra di governo che avevano chiesto di rafforzare.

Quanto al Pd, Nicola Zingaretti ha sempre allontanato il rimpasto ma ha sempre chiesto di accelerare. Il tavolo sulle riforme è quello che i Dem chiedono con insistenza: “Conte ha affrontato una situazione difficilissima, adesso però l’importante è che le decisioni si assumano rapidamente”, dichiara il vicesegretario Andrea Orlando.

Ma intanto l’insofferenza interna ai gruppi parlamentari per una gestione centralizzata di tutti i dossier minaccia di crescere con il passaggio della manovra. E soprattutto, qualche dirigente Dem inizia a pensare che se aumenta la conflittualità degli alleati un cambio di passo non sarà davvero possibile. E allora, suggerisce per ora sotto voce, forse meglio andare a votare in primavera, ripartendo da un progetto politico di alleanza strutturale con i Cinque stelle, contro la destra.

Di Serenella Mattera/ANSA)

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