The Economy of Francesco: “Il benessere non è il Pil”

Vista della Basilica di San Francesco ad Assisi..
Vista della Basilica di San Francesco ad Assisi.. ANSA/RIVISTA SAN FRANCESCO - MAURO BERTI

ROMA. – Il benessere non passa dalla quantità di prodotto interno lordo. C’è la qualità che deve tornare al centro delle politiche. Guarda all’economia “malata” il Forum che si è aperto oggi ad Assisi voluto da Papa Francesco per costruire, grazie agli economisti, tra giovani e Premi Nobel, un futuro sostenibile e inclusivo.

Ad aprire ‘The Economy of Francesco’ è stato l’economista Jeffrey Sachs. Nel corso dell’evento è stata presentata la proposta di un Child Flourish Index, un indice per valutare il benessere dei bambini. Lo stesso professor Sachs si è detto disponibile a collaborare al progetto:

“Il Network per lo Sviluppo Sostenibile che dirigo ha elaborato diversi indici che riguardano la felicità, sulla base di dati e indicatori che riguardano anche il benessere infantile. Abbiamo bisogno di modalità pionieristiche e alcune di queste possono essere molto utili. Ci sono modalità nel mondo interconnesso che ci consentono di ottenere oggi queste informazioni da elaborare per poi proporre soluzioni agli operatori politici”.

“L’economia oggi è una malata da guarire. Quindi ‘ri-animare’ l’economia è un gioco di parole azzeccato che significa entrambe le cose: ridare un’anima e curare un’economia malata”, spiega l’economista Luigino Bruni, responsabile scientifico di “Economy of Francesco”.

“La crescita è una delle parole chiave di quest’incontro, ma è anche una parola ambivalente – sottolinea l’economista -, perché non tutte le crescite sono buone. Anche i tumori possono crescere: ma non sono certo un fenomeno positivo”.

Prima della pandemia c’era soddisfazione “per la crescita del Pil del 3 o 4% l’anno. Peccato che mentre cresceva stavamo distruggendo l’ambiente naturale attorno a noi”. E allora dalla “quantità” occorre passare alla “qualità”, “un concetto – sottolinea Bruni – che non rientra nelle contabilità nazionali ma che è essenziale”.

Nel suo messaggio introduttivo, il Prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, il cardinale Peter Turkson, si è rivolto ai giovani organizzatori: “Avete deciso di costruire una rete globale di giovani leader e portatori di cambiamento nel campo economico, una rete che può dare un’anima all’economia del futuro.

E in risposta alla pandemia, state cercando di aiutare Papa Francesco, la Chiesa e tutto il mondo a uscirne migliori, immaginando e sviluppando un’economia diversa, inclusiva e sostenibile, che possa aiutarci a comportarci come fratelli e sorelle che vivono in una casa comune. Grazie per la vostra speranza e perseveranza”.

Al centro dei lavori anche la questione di spingere l’economia della pace, aspetto “particolarmente rilevante se guardiamo all’industria militare in cui incentivi privati tendono spesso a collidere con l’interesse della collettività. Esiste poi un ruolo del settore privato nell’allocare le proprie risorse in investimenti che non siano forieri di conflitti ma che siano piuttosto motori di risoluzione degli stessi”, ha sottolineato il professor Raul Caruso dell’Università Cattolica.

Il Chief Economist della Fao, Maximo Torero, ha affrontato il tema della povertà e delle crisi alimentari in tempo di pandemia: “Già prima dell’arrivo di Covid-19 erano presenti sfide significative, con 690 milioni di persone affamate nel mondo. La pandemia ha esacerbato ancora di più la situazione e aumentato le diseguaglianze”.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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