Flash mob studenti in tutta Italia, torniamo in aula

Lisa e Anita, due studentesse della scuola media Italo Calvino di via Sant'Ottavio, sedute al banco in strada, fuori dalla scuola.
Lisa e Anita, due studentesse della scuola media Italo Calvino di via Sant'Ottavio, sedute al banco in strada, fuori dalla scuola. ANSA/ MARCO BOSCATO

TORINO. – Gli studenti di tutta Italia si mobilitano contro la didattica a distanza. Da Torino, dove Anita e Lisa, 12 anni appena, seguono da una settimana le lezioni in strada, a Napoli, dove la protesta è arrivata in piazza del Plebiscito, ma anche a Firenze e a Milano, aumentano i ragazzi che chiedono di poter tornare a scuola.

‘Schools for future’ è il nome del movimento a favore delle lezioni in presenza; si ispira ai ‘Fridays for Future’ e non è un caso che, come i ragazzi di Greta, anche loro abbiamo scelto il venerdì per le loro iniziative. E oggi la ministra Lucia Azzolina si è incontrata col Cts. I tecnici hanno ribadito: ‘nulla cambia’. Per cui i ragazzi fino agli undici anni continueranno ad andare a scuola con l’obbligo di mascherina in classe dai sei anni in su.

Nelle zone gialle e arancioni lezioni in presenza anche per il secondo e il terzo anno delle medie. Una scelta questa che lo stesso presidente del Consiglio Conte ha difeso anche oggi ribadendo che “le scuole non sono focolai e i ragazzi rispettano le regole”.

La protesta decisa dagli studenti è originale: un’ora di didattica a distanza, armati di computer e wi fi, davanti alle scuole di tutta Italia. Fuori dalla scuola media Italo Calvino, nel centro del capoluogo piemontese dove è iniziato tutto nei giorni scorsi, Anita e Lisa oggi non erano sole. Con loro, qualche insulto sul web dai soliti haters ma anche una telefonata di venti minuti con la ministra Azzolina che oggi incontra il Comitato tecnico scientifico, anche altri compagni.

Quelli del Calvino come loro, ma anche del vicino Gioberti, liceo classico celebre per le lotte del ’68, e persino qualcuno di Palazzo Nuovo, storica sede delle facoltà umanistiche. Paragonata a Greta Thunberg, Anita promette che anche lunedì sarà nuovamente nella sua aula a cielo aperto.

“Non voglio essere famosa, ma voglio solo tornare a scuola”, si schernisce la ragazza, respingendo il paragone con l’ambientalista svedese “Qualcosa è cambiato dopo questi giorni – spiega la dodicenne- c’è più coscienza tra gli studenti, ma anche tra gli adulti”.

Da Torino a Napoli cambia la scena ma lo spirito della protesta è lo stesso. In piazza del Plebiscito i banchi in piazza sono disposti a formare la scritta ‘No Dad’, visibile dall’alto; su ognuno c’è un cavaliere con il nome dei bimbi che devono seguire le lezioni online. Accanto al nome dell’alunno i messaggi “Frida non sente”, “Rita è sola”, “Sara, dove sei?”, “No Nickname”, alcune delle difficoltà, portate in piazza, che i bambini riscontrano seguendo le lezioni online.

Per le lezioni in presenza, però, ci si batte anche a Milano e Firenze. Nel capoluogo lombardo i ragazzi hanno seguito i professori sugli schermi seduti davanti alla sede della Regione. “E’ incredibile che ci siano profumerie aperte, ma le scuole chiuse – commenta una studentessa milanese – Mentre gli altri Paesi Europei puntano sulla scuola, la prima cosa che fanno in Italia è chiudere”.

A Firenze, che sta per diventare zona rossa, due diciottenni, Pietro e Simone, protestano davanti a Liceo Galileo: “Bisogna tornare in classe- sostengono – Riteniamo che non si possa fare lezione a distanza a lungo”. Chiara Ponzini, mamma e organizzatrice aderente a ‘Priorità alla scuola’, promette che la protesta non finirà qui. E che da venerdì prossimo, e per ogni venerdì, l’iniziativa verrà ripetuta davanti alle scuole di tutta Italia.

A Milano, inoltre, ogni domenica in parchi di prossimità all’aperto genitori e figli faranno lezioni all’aperto, leggendo testi e commentandoli. Per una scuola che torni ad essere per tutti in presenza.

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