Borse tirano il fiato in attesa conteggi voto Usa

Persona con mascherina per proteggersi dal Coronavirus in piazza affari davanti all'ingresso della Borsa a Milano.
Persona con mascherina in piazza affari, davanti all'ingresso della Borsa di Milano. (ANSA/Mourad Balti Touati)

MILANO. – Prevale la prudenza sui listini europei che con Wall Street arrestano la corsa cominciata col voto Usa e durata per tre sedute. In attesa che la conclusione della conta dei voti tolga il velo di incertezza che ancora permane sulla vittoria di Joe Biden contro Donald Trump, i mercati tirano il fiato nell’ultimo giornata della settimana con gli investitori che prendono qualche profitto dei recenti gudagni.

Tanto più che il clima di fondo resta incerto: la rapidità della crescita dei contagi da covid fa temere nuovi lockdown con i conseguenti effetti sulle economie, quelle europee in testa ma gli Stati Uniti non sono da meno, e quindi sui risultati e le prospettive delle società quotate.

Milano termina con un calo dello 0,25% in attesa, in serata, del giudizio di Moody’s sul rating dal quale il mercato confida non arrivino brutte sorprese. E anche per questo che lo spread tra Btp e Bund tedesco si restringe a 126 punti base (da 130 punti della vigilia) col rendimento del titolo decennale del Tesoro che scende allo 0,63%.

Gli altri listini del Vecchio Continente concludono senza una direzione precisa. Londra, mentre si avvicina la scadenza di metà mese per trovare un accordo sul commercio ed evitare così una Brexit senza intesa con la Ue, ha concluso poco sopra la parità (+0,06%). Parigi ha invece segnato un calo dello 0,46% e Francoforte ha imitato la perdita allo 0,21%.

L’euro ha continuato a rafforzarsi sul biglietto verde scambiando a 1,882 dollari mentre i rendimenti dei treasuries americani sono balzati anche grazie ai dati sull’occupazione Usa a ottobre migliori delle stime.

Oltre oceano Wall Street ha tirato il freno al quarto giorno dalle elezioni e lo stesso ha fatto il listino dei tecnologici Nasdaq che ha inanellato tutto il resto della settimana una crescita senza sosta. A guardare al risultato che si prefigura col democratico e più ecologico Biden alla presidenza degli Usa al posto di Trump, da sempre schierato con l’industria petrolifera americana, è scivolato il greggio con il Wti sceso a 37,3 dollari al barile.

Senza guardare avanti, al peso di democratici e repubblicati al Crogresso ma soprattutto al Senato, qualche analista rileva che alcuni settori potrebbero anche beneficiare di una guida non definita alla Casa Bianca se effettivamente Trump ricorrerà contro l’esito del voto allungando i tempi del passaggio di mano. Si profilerebbe infatti un periodo senza interventi legislativi del quale beneficerebbero i comparti più sensibili alle norme.

Se si guarda ai singoli mercati azionari il palcoscenico è sempre appannaggio delle trimestriali.  A Piazza Affari a fare da zavorra al listino è stata in giornata Leonardo (-7,23%) dopo i conti con l’andamento dei flussi di cassa che non piace al mercato.

Tra i finanziari hanno sofferto Unipol (-3,55%) e Bper (-3,23%) con Unicredit (-3,08%) mentre i buoni risultati hanno spinto Inwit (+3,96%) in cima al podio, seguita da Nexi (+2,42%) e Cnh (+1,89%).

Fuori dal paniere principale ha recuperato terreno Mps (+3,43%) e hanno invertito  l’andamento a fine giornata di Astaldi (-0,29%) e Webuild (+3,17%) a seguito del completamento dell’acquisizione della prima ad opera della seconda nell’ambito del Progetto Italia. Debole poi Mediaset (-1,22%) con l’emendamento anti-scalata che rischia di ulteriore appeal speculativo alla società già saldamente in mano a Fininvest.

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