Al via sciopero nazionale taxi, “ora le risposte”

Taxi in una strada di Torino.
Taxi in una strada di Torino.

ROMA. – Dal primo lockdown hanno continuato a prendere le loro auto bianche per uscire a lavorare, nonostante le strade deserte e il ritorno a casa quasi sempre a mani vuote.

Nelle grandi città hanno trasportato spesso gratuitamente medici, infermieri e pazienti, ma oggi, dopo l’ennesima stretta, i tassisti italiani hanno gridato il loro dolore e la rabbia dettata dall’impotenza: “Non abbiamo neanche più i soldi per il carburante”.

E si sono fermati, in tutta Italia. Da Roma a Milano, da Napoli a Genova e Firenze, i tassisti hanno incrociato le braccia e in molti, senza sfidare i divieti, indossando mascherine e rispettando il distanziamento, sono confluiti a Roma a manifestare.

A nulla sono servite le rassicurazioni arrivate ieri pomeriggio dalla ministra ai Trasporti Paola De Micheli: “Abbiamo sbloccato risorse per compensare imprese, in questo caso le imprese dei taxi e degli Ncc. Questo ci consente di finanziare la prima parte del Covid”.

I tassisti hanno scelto lo stesso di scioperare: “Quei fondi che cita la ministra con una mano ci sono stati dati e con l’altra ci sono stati tolti attraverso le imposte Inps e le tasse che abbiamo dovuto pagare – spiega Alessandro Genovese, responsabile di Ugl taxi – Ad oggi i tassisti italiani hanno dovuto far fronte a una crisi senza precedenti, con risorse proprie e delle proprie famiglie. Ma il welfare familiare dopo nove mesi è finito. Ora basta vogliamo risposte”.

Tra le proposte per risollevare la categoria, i tassisti da mesi chiedono e hanno inviato proposte per integrare l’offerta di trasporto pubblico anche attraverso i loro mezzi a favore delle categorie più deboli e che necessitano di spostarsi quotidianamente – anziani, disabili, studenti – attraverso il finanziamento di ticket-taxi.

Anche a Milano l’adesione allo sciopero è stata totale: “Siamo fermi oggi – spiega il presidente di Taxiblu 024040 Emilio Boccalini – ma in realtà siamo fermi da mesi, siamo ai minimi storici con le corse. Qui non rischiamo di perdere solo il lavoro, ma di veder scomparire un’intera categoria”. Assedio pacifico in piazza De Ferrari da parte dei tassisti della Cooperativa Radio Taxi Genova 0105966.

“La crisi per noi è fortissima – spiega il presidente Valter Centanaro – Le nostre auto non si sono fermate nemmeno durante la pandemia ma i ricavi sono calati in maniera impressionante. Avevamo avuto una diminuzione del 90% durante il lockdown e adesso siamo comunque su un 30% del lavoro ordinario. Siamo, però, stati lasciati soli dal Governo centrale”.

In piazza anche i tassisti di Torino: “Siamo stufi di essere il fanalino di coda delle priorità del governo – spiegano gli organizzatori – Aspettiamo da mesi il ristoro di 1.000 euro previsto a giugno e inserito nel decreto Agosto. Abbiamo chiesto sgravi contributivi per il 2021 senza ottenere risposta.

Anche i tanto declamati voucher Taxi non si vedono neppure all’orizzonte, per non parlare dei decreti attuativi e quello sulla regolamentazione delle piattaforme tecnologiche, che attendiamo da due anni, così non possiamo più andare avanti”.

Il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli si è detta dispiaciuta “per il blocco di oggi, perché la categoria è stata inserita tra quelle destinatarie dei contributi a fondo perduto previsti dal Decreto Ristori e con gli uffici del Mef stiamo velocizzando anche l’attuazione della norma sui contributi ai “centri storici”.

In serata i sindacalisti hanno fatto sapere che giovedì saranno ricevuti dal sottosegretario al ministero dei Trasporti Salvatore Margiotta per “definire questioni ferme sul tavolo come i decreti attuativi sulle piattaforme di intermediazione, il foglio di servizio per gli Ncc e il registro elettronico delle imprese taxi ed Ncc. Non solo, speriamo di definiré finalmente le famose forme di integrazione al trasporto pubblico di linea”.

(di Simona Tagliaventi/ANSA)

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